Tutti lo temono, ma pochi lo hanno provato: intervista a un ragazzo morso dal “Ragno violino”

Scritto da:
Andrea Bonifazi
Durata:
1 minuto

Come ogni anno, tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate si parla tanto, tantissimo, forse troppo del celeberrimo “Ragno violino”, poco simpatico Aracnide appartenente alla specie Loxosceles rufescens.
Cavalcando la dirompente ondata della paura e delle fobie, così come viene fatto di prassi anche in altri ambiti (politici, sociali, economici… ecc ecc), i mass media diventano gli artefici dell’incontrollata diffusione di un pandemico allarmismo che ha come epicentro il piccolo ragno.
Indubbiamente velenoso (ma lo sono praticamente tutti i ragni) e potenzialmente pericoloso, L. rufescens viene apostrofato dai media quasi come un Belzebù a 8 zampe: stando agli articoli che “arricchiscono” le pagine dei principali quotidiani nazionali, il “Ragno violino” viene sovente dipinto come perennemente aggressivo, diffuso in qualsiasi anfratto delle nostre abitazioni, dotato di acuminate e potenti zanne in grado di infliggerci morsi sempre in grado di paralizzarci, di lasciarci cicatrici enormi e incurabili, spesso mortale se non si amputa l’arto colpito. Insomma, un piccolo mostro che dedica la sua vita in attesa di prede umane da atterrire e annientare senza alcuna pietà, ma bastano un minimo di logica e di raziocinio per comprendere che la descrizione che ne danno sia decisamente eccessiva, fuorviante e più pericolosa del ragno stesso, considerando il potenziale allarmismo che è in grado di generare.
Ma non c’è dubbio che sia una specie da non maneggiare, il suo morso è mortale solo in rarissimi casi in soggetti con altre patologie, ma senza dubbio può rivelarsi pericoloso, soprattutto in soggetti allergici.
Quest’oggi ho il piacere di intervistare Rocco Scorrano, vittima qualche anno fa del morso del temuto “Ragno violino”, così da avere un riscontro diretto delle conseguenze che si possono avere in un soggetto adulto e sano.

Esemplare maschio di Loxosceles rufescens (Ph. Antonio Serrano)

Buongiorno Rocco, è un piacere scoprire che, nonostante le informazioni che vengono diffuse dai media, tu sia “sopravvissuto” al morso e soprattutto non abbia riportato danni gravi. Quando e come hai avuto questo incontro ravvicinato con L. rufescens? Il morso è stato involontariamente causato da te o sei stato aggredito?

Venerdì 19 giugno 2015 a Parabita (in provincia di Lecce), verso le 11.00 della mattina, sono stato morso da questo ragno velenoso. È salito nei jeans lasciati nottetempo su una sedia vicino al muro e, dopo averli indossati, quando mi sono seduto sul sedile dell’auto, il ragno è rimasto schiacciato, così che ha morso ripetutamente dietro il ginocchio.

Hai capito subito di essere stato morso proprio dal celebre “Ragno violino”? Come hai reagito?

All’inizio non lo conoscevo, lo avevo visto in casa tante volte, ma non sapevo nulla della potenziale pericolosità del suo morso. Dopo quattro ore dall’evento avevo capito che qualcosa non andava in quanto si era formato un livido e la zona era dolorante, non mi era mai capitata una cosa del genere e ho fatto una prima foto per documentare l’evolversi della situazione.

Il segno lasciato dai morsi rispettivamente dopo 4 e 8 ore (Ph. Rocco Scorrano)

Anche se immagino che i giorni, se non le settimane, successive al morso siano più dolorosi del momento stesso in cui si viene morsi, cosa hai provato nel mentre?

È proprio così, nel momento del morso non si sente quasi nulla! È più un fastidio, come una leggerissima scossa elettrica…! Le cose si sono aggravate quasi subito: infatti dopo altre 4 ore dalla formazione del livido è incominciata a salire la febbre, arrivando a oltre 39° C, e il dolore è diventato molto intenso (il veleno stava incominciando a necrotizzare i tessuti). Mi sono recato al Pronto Soccorso di Casarano, dove hanno deciso di ricoverarmi.

La ferita peggiora: ecco gli effetti dopo 24 e 100 ore dal morso (Ph. Rocco Scorrano)

Successivamente che cure hai dovuto fare? Quanto è durato il decorso ospedaliero?

Mi hanno tenuto 4 giorni in ospedale, hanno somministrato anticoagulanti antibiotici e cortisonici che ho continuato per una quindicina di giorni, più Betadine® (un unguento disinfettante) e fisiologica sulla ferita; successivamente anche una pomata (Iruxol®, un unguento indicato nella detersione e nella successiva cicatrizzazione di lesioni di origine ulcerativa, necrotica o traumatica), ma la ferita si è trasformata in escara (n.d.r: porzione di tessuto andata incontro a fenomeni necrotici e ben delimitata dal circostante tessuto sano) e, visto che dopo più di 4 mesi non guariva, hanno asportato chirurgicamente l’escara ed è vi stata praticata la cruentazione (n.d.r.: tecnica chirurgica consistente nel provocare il sanguinamento di tessuti sui quali si vogliono fare attecchire innesti o di superfici che si vogliono far saldare insieme mediante una cicatrice o un callo osseo).

Le cure mediche danno i loro frutti: ecco la ferita dopo 4 e 5 mesi dopo il morso, compresa l’asportazione chirurguca del “tappo” e la cruentazione della ferita (Ph. Rocco Scorrano)

Oggi hai ancora segni evidenti del morso o ripercussioni fisiche di altro genere?

È rimasta solo una bella cicatrice che per fortuna, essendo situata dietro al ginocchio, non si nota.

Dopo il lungo decorso ospedaliero, della ferita rimane solo una bella cicatrice, senza ulteriori ripercussioni sulla salute del ragazzo (Ph. Rocco Scorrano)

Hai particolari allergie o problemi che in qualche modo hanno aggravato gli effetti del morso?

No, nulla che io sappia.

Sei stato quindi involontaria vittima del morso di una “piccola celebrità” che di certo ti ha lasciato un brutto ricordo. Ad oggi hai fobie particolari riguardo i ragni? O pensi anche tu che, considerando la tua esperienza, i media spesso si rivelino esagerati e pericolosamente allarmisti?

No, nessuna fobia, è stato solo un sfortunato caso. Pensa che vivendo in campagna ho casa infestata dai ragni violino, ma ho imparato a scuotere scarpe e vestiti primi di indossarli. Non è un ragno aggressivo, morde solo se schiacciato, altrimenti preferisce la fuga!

Cosa consigli di fare qualora si venga morsi? E come consigli di comportarsi onde evitare di incorrere nella tua stessa esperienza?

Mi sono informato, si consiglia di fare degli impacchi di ghiaccio per 10 minuti con pausa di altri 10 minuti. Se possibile, fare delle foto o catturare il ragno che ha morso, serve per identificarlo. Successivamente andare subito in pronto soccorso e riferire l’accaduto.

Grazie mille per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il futuro… anzi, in bocca al ragno!

Grazie!

Risposte chiare e lucide che senza alcun dubbio non sottovalutano o sminuiscono gli effetti del morso di questo Aracnide, ma nello stesso tempo aiutano a smorzare l’allarmismo diffuso dai mass media. D’altronde si tratta di una specie abbastanza comune in Italia e spesso ospite delle nostre abitazioni, se davvero fosse aggressivo e letale come viene descritto da tanti pseudogiornalisti, ogni anno verrebbero registrati centinaia di casi mortali, mentre in cronaca si segnalano solo isolati e sporadici casi spesso causati da involontarie disattenzioni di noi umani. Insomma, è necessario prestare attenzione qualora questi ragni venissero rinvenuti nelle nostre case e, in caso di morso, è obbligatorio contattare un medico, ma nello stesso tempo non ci si deve lasciar prendere dal panico: Loxosceles rufescens c’è sempre stato e, probabilmente, ci sarà anche dopo di noi, tanto vale imparare a conviverci e possibilmente cercare di non infastidirlo.

Intervista a cura di Andrea Bonifazi