Stati Uniti occidentali: la situazione idrica sempre più critica

Scritto da:
Giulia Orlando
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acqua-campiPer il 2040 l’allarme per la crisi idrica che nella zona nord occidentale degli Stati Uniti si sta facendo sempre più grave rischia di arrivare ad un quadro decisamente scuro, con siccità talmente severe da richiedere necessariamente tagli nell’utilizzo dell’acqua.

La California, il Nevada ed il Texas sono gli stati più colpiti dalla riduzione della portata d’acqua dei fiumi che, entro il 2040, arriverà ad un meno 10%.

Il fiume Colorado, da cui dipendono circa 40 milioni di persone, con un tale diminuito afflusso metterebbe in gravissima crisi non solo l’agricoltura, già duramente provata dalle diffuse siccità, ma anche le città e si potrebbero rendere necessarie politiche di ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche.

Non è uno dei soliti allarmi: lo studio, basato su un lavoro del 2007, conferma  non solo l’aumento delle temperature, ma verifica che la portata di acqua dei fiumi sta effettivamente calando in linea con gli andamenti previsti dallo studio del 2007.

Non solo il surriscaldamento globale, ma anche i cambiamenti climatici favoriscono questi stati estremi, alterando il ciclo naturale dell’acqua e causando gravissimi cali dei livelli di piovosità media.

E’ un campo in realtà ancora del tutto da esplorare, sebbene i modelli matematici sviluppati per stime e previsioni abbiano già abbondantemente dimostrato la loro validità e che, nelle stime, eccedono semmai per difetto. Secondo lo studio pubblicato nel 2007, il calo del livello delle acque si sarebbe assestato attorno al 9%, mentre il nuovo modello, che comprende gli ulteriori nuovi dati raccolti in questi ultimi anni, non solo porta la stima ad un -10%, ma anticipa tale calo di ben 20 anni, a dimostrazione che la tendenza rimane invariata, mentre la velocità di variazione della situazione climatica è in continua accelerazione e, tutt’ora, è ancora sottostimata.

Giulia Orlando 
28 dicembre 2012