Cellule staminali contro le malattie respiratorie

Scritto da:
Adele Guariglia
Durata:
1 minuto

Finalmente una possibile soluzione alle malattie respiratorie che danneggiano i polmoni, le cellule staminali. Grazie a degli studi effettuati sui topi infettati con una variante del virus H1N1, si è scoperto come le cellule abbiano rapidamente ricostruito il tessuto degli alveoli. Le cellule staminali, infatti, si moltiplicano rapidamente, creando centinaia di volte il loro numero originale entro una settimana, e riparano i tessuti danneggiati rigenerandoli. Il dottor McKeon ha isolato cellule simili a quelle che si trovano nel tessuto polmonare umano e ha scoperto che sono in grado di comportarsi nella stessa maniera: “questi studi” afferma “possono rappresentare una speranza per il trattamento di malattie respiratorie, ora è necessario arrivare all’identificazione delle molecole chiave del meccanismo che permette alle cellule di moltiplicarsi velocemente e di migrare ad altri parti danneggiate”. Ciò significa che, se dovesse funzionare velocemente anche negli esseri umani, in futuro si potrebbero guarire persone con danni polmonari acuti e cronici; le staminali, infatti,  sarebbero in grado di porre rimedio ai danni prodotti su tutte le componenti dell’organo, ovvero i bronchioli, i vasi sanguigni e gli alveoli. Un ricercatore italiano, Piero Anversa, ha dimostrato come, sempre grazie alle cellule staminali, ricavate però dal midollo osseo, è possibile riparare il cuore tramite la generazione di tessuto miocardico e di nuovi vasi sanguigno; i ricercatori, in pratica, hanno ricavato le cellule da alcuni campioni di tessuto umano sottoposto a test in vitro, per poi trapiantarle nei topi da laboratorio. Come risultato le cellule si sono integrate al tessuto polmonare degli animali malati, rigenerandolo e riparandolo. Ciò che distingue infatti le staminali da quelle normali è proprio la capacità di moltiplicarsi velocemente, generando tessuto in vari elementi. A questo punto non resta che procedere con una sperimentazione umana che potrebbero portare alla scoperta di nuove possibilità terapeutiche per le varie malattie respiratorie croniche che affliggono milioni di persone.