La lettura di un romanzo può cambiare l’attività cerebrale

Scritto da:
Maria Grazia Tecchia
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1 minuto

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Quanti di voi pensano di aver letto almeno un romanzo che gli abbia cambiato la vita?

Non si tratta soltanto di un modo di dire, i ricercatori della Emory University hanno individuato possibili tracce biologiche relative alla sensazione di cambiamento che può lasciare una buona lettura.
Sembra infatti che vi siano dei cambiamenti reali all’interno del cervello che permangono per almeno un paio di giorni dopo la lettura di un romanzo.

La scoperta consiste nell’aver dimostrato che la lettura di un romanzo può causare cambiamenti nella connettività durante lo stato di riposo del cervello che persistono per qualche giorno.
Il neuroscienziato Gregory Berns, autore principale dello studio, ha dichiarato la volontà di capire come le storie possono entrare in profondità nel nostro cervello e il relativo modo di influenzare lo stesso.

I test sono stati eseguiti mediante l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale che ha iniziato a individuare le connessioni del cervello associate alle storie di lettura, per un totale di 19 giorni consecutivi.
Sono stati coinvolti nell’esperimento gli studenti della Emory, ai quali è stato sottoposto il romanzo “Pompei” di Robert Harris, che narra della storia della città di Pompei e della tragedia dell’eruzione del Vesuvio. Il romanzo è stato diviso in porzioni di 30 pagine da leggere di sera per nove giorni. Dopo aver verificato l’effettiva lettura con alcune domande sul testo, i ricercatori hanno provveduto a registrare le reazioni del cervello del lettore durante il mattino successivo.

I risultati hanno dimostrato un’attività accentuata nella corteccia temporale della parte sinistra, una zona del cervello associata con la ricettività del linguaggio.

Il dottor Berns ha affermato che “anche se è risaputo che le buone storie possono far immedesimare il lettore nei personaggi, oggi possiamo dimostrare che recano qualche cambiamento anche a livello biologico”.

Maria Grazia Tecchia
9 gennaio 2013