La Fabbrica delle Emozioni

Scritto da:
Francesco Alessandro Squillino
Durata:
1 minuto

felicitàPotevamo, parlando di emozioni, non partire dal popolo più emozionato ed emozionante del Mondo? No di certo! Gli Italiani! Italia ….. Patria delle emozioni per eccellenza e per definizione naturale e culturale. Ovvio! Ma… se dovessimo descriverle, come potremmo definire le Emozioni? Proviamo ed appassionarci, appunto, all’argomento che Vi prego di seguire con attenzione…Le Emozioni sono reazioni psicologiche e fisiologiche, con cui ognuno risponde alle situazioni in cui si viene a trovare, ma anche alle proprie elaborazioni mentali cioè ai propri pensieri.  Si ritiene che la principale funzione delle emozioni sia stata in origine quella di permettere all’individuo una risposta immediata per garantire la propria sopravvivenza e per attivare comportamenti complessi finalizzati a svolgere funzioni vitali, quali la difesa, il procurarsi il cibo, il sesso. Le emozioni, perlomeno quelle innate, sono quindi, in un certo senso, automatiche. Essendo reazioni immediate, il processo cognitivo è ridotto al minimo, infatti si parla di pensieri automatici, così come l’elaborazione razionale. Però emozione e processo cognitivo interagiscono egualmente in modo potente ed intenso, specie nelle emozioni complesse e sono alla base di processi come empatia e motivazione. Le emozioni servono inoltre per comunicare agli altri il proprio stato d’animo. Questo accade ad esempio nella musica, nelle arti visive e figurative, nella recitazione e nella rappresentazione scenica. Le espressioni del viso che quotidianamente incontriamo  ne sono l’esempio più evidente. Le emozioni, quelle fondamentali, sono quindi  indipendenti dalla cultura, sono innate o così antiche da discendere dai nostri progenitori comuni. Le emozioni  rappresentano la nostra risposta psicologica più antica, potente ed efficace, alle situazioni che si presentano nella vita di ogni giorno, ed ai nostri pensieri. La neurofisiologia moderna ha eletto un altro organo non meno affascinante del cuore, un insieme di strutture del cervello interconnesse tra loro come sede delle emozioni:” Il Sistema Limbico”. Un’area più recente nella storia dell’evoluzione, ma anch’essa molto antica, denominata lobo limbico che viene attualmente riconosciuta come la sede degli istinti e delle emozioni. Il rapporto tra emozioni e ragione e le varie modalità con cui possono raggiungere o allontanarsi dall’equilibrio tra loro è quindi un argomento particolarmente interessante. Secondo i ricercatori vi sono otto emozioni primarie in coppia. Gioia/dispiacere/tristezza, approvazione/fiducia, disgusto/rabbia, paura/sorpresa, aspettativa/anticipazione. Ognuna di queste emozioni può variare di intensità creandosi così delle sfumature diverse ognuna delle emozioni primarie estasi/ammirazione/terrore/stupore/angoscia, schifo/collera/vigilanza. Le emozioni si combinano tra loro. Così tra gioia e fiducia avremo l’amore, tra fiducia e paura la sottomissione, tra paura e sorpresa la soggezione, tra sorpresa e tristezza la disapprovazione, tra tristezza e disgusto il rimorso, tra disgusto e rabbia il disprezzo, tra rabbia e anticipazione l’aggressività e tra anticipazione e gioia l’ottimismo. Queste ultime sono tutte emozioni secondarie o complesse, date dalla combinazione delle emozioni semplici spontanee tra loro, ma anche da altri fattori, come la combinazione con l’intelligenza, la memoria, l’esperienza. Riassumendo, le emozioni hanno tre funzioni. Una funzione motivazionale verso comportamenti specifici. Predispongono cioè l’individuo ad un insieme di possibili comportamenti, originariamente quelli più importanti per la conservazione dell’individuo e della specie, ma al momento attuale anche a comportamenti molto più evoluti. Non a caso motivare le persone, cruccio e delizia di chi si occupa di gestione delle risorse umane, significa riuscire ad associare ai comportamenti che ci si aspetta le persone adottino, alla sperimentazione da parte loro di emozioni positive, preferibilmente intense Esse permettono di comunicare informazioni da individuo a individuo secondo un modello primordiale, evidentemente pre-verbale. Ad esempio abbracciarsi per esprimere affetto o lamentarsi per chiedere aiuto. Lavorare sui pensieri che generano emozioni negative può essere d’aiuto nel ridurre questa infelicità. Può rappresentare l’arco che scocca le frecce delle nostre potenzialità verso una vita più gratificante. Quindi per un ottima salute ed una gratificante vita… Buone emozioni di vero cuore e tanta, tanta sana comunicazione emotiva per ognuno di Noi!

Francesco Alessandro Squillino
Master in GdL
8 ottobre 2013