Il pianeta di diamante

Scritto da:
Adele Guariglia
Durata:
1 minuto

Quante cose sbalorditive esistono nell’universo? Quanti pianeta diamantipianeti sconosciuti potrebbero esistere? Quanti di questi potrebbero essere dissimili dal nostro e quanti simili?

È dovuto ad uno studio internazionale, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science, la scoperta eccezionale dell’esistenza di un pianeta dalla costituzione molto particolare. Si troverebbe in orbita intorno ad una pulsar a non più di 4000 anni luce dalla Terra e sarebbe costituito in una buona parte di un materiale molto simile ai nostri diamanti. Lo studio ha visto come collaboratori quattro ricercatori dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Cagliari ma sarebbe stato un radiotelescopio australiano, di nome Parkes, a consentire agli studiosi di osservare la stella pulsar PSR J1719-1438 che si trova a 4000 anni luce dal nostro pianeta nella così detta costellazione del Serpente. Nell’osservazione di questa stella gli scienziati si sono rapidamente resi conto che gli impulsi che il radiotelescopio recepiva emessi dalla pulsar risultavano ritardati ed anticipati in modo sistematico, ciò ha portato all’evidenza l’esistenza di un pianeta che vi orbitava intorno.

L’oggetto, osservato poi anche grazie al radiotelescopio Lovell in Inghilterra, avrebbe una massa circa uguale a quella di Giove ed il raggio uguale alla metà del pianete appartenente al nostro sistema solare. Si può ben intuire che questo nuovo pianeta abbia una densità molto più elevata rispetto a Giove considerate le sue dimensione, ciò sarebbe spiegabile supponendo che sia formato in ampia parte da carbonio e ossigeno cristallizzato.

Date queste caratteristiche, il pianeta potrebbe essere il residuo di un peculiare processo di formazione. Si sarebbe formato da una materia gassosa in cui un’antica stella massiccia è stata assorbita dalla pulsar e grazie a questo particolare processo ha conquistato una velocità di spin fino ad arrivare agli attuali 173 giri al secondo.

Andrea Possenti, direttore dell’INAF-Osservatorio di Cagliari che ha preso parte alla ricerca sul nuovo pianeta commenta così i risultati e le ipotesi riscontrati:  “In quella fase lontana la pulsar doveva essere una potente sorgente di raggi X, con caratteristiche simili alle cosiddette Binarie a raggi-X Ultra Compatte di Piccola Massa, di cui PSR J1719-1438 e il pianeta compagno dovrebbero dunque rappresentare dei discendenti”.

I risultati ottenuti grazie all’osservazione dello spazio tramite questi radiotelescopi lascia buone speranze per le prossime scoperte che potrebbero essere effettuate grazie a Sardinia Radio Telescope, in costruzione a San Basilio in provincia di Cagliari, che avrà dimensioni pari ed identiche al Parkes australiano, ma che sarà munito di tecnologie alquanto più avanzate e moderne.