Il fenomeno dello Stalking

Scritto da:
Florinda Saverino
Durata:
1 minuto

Lo stalking è una forma di comportamento criminale, intimidatorio e di terrore psicologico, che può portare ad atti violenti contro una vittima. Lo stalker entra nelle vite delle vittime invadendole e terrorizzandole tramite comportamenti come l’osservazione, pedinamenti, intimidazioni o la molestia, spesso con conseguenze devastanti. Alcuni soggetti vittime di stalking arrivano a cambiare il proprio stile di vita (orari, automobili, vie abitudinarie) per proteggere se stessi e la propria famiglia.

stalking

Il termine deriva dal verbo inglese to stalk e indica “fare la posta, braccare, pedinare”;; precisamente si riferisce a comportamenti atti a osservare ripetutamente la condotta della preda al fine di intimidirla e catturarla. La traduzione italiana che più di frequente viene utilizzata è “molestie assillanti”.

La relazione esistente tra lo stalker e la vittima può variare: i due si conoscono con gradi di intimità diversi, oppure sono dei perfetti sconosciuti. Con questo fenomeno, intendiamo precisamente un insieme di comportamenti tramite i quali una persona affligge un’altra con intrusioni e comunicazioni invadenti ripetute e indesiderate, a tal punto da provocargli terrore, ansia o paura. Queste condotte possono essere distinte in tre tipologie: comunicazioni e contatti indesiderati, e comportamenti associati.

1) Le comunicazioni indesiderate: lettere e telefonate sono le forme più comuni di comunicazione, ma gli stalker utilizzano anche invio di sms, mail o altro, a esempio messaggi lasciati sul parabrezza della macchina o sulla porta di casa del molestato.

2) I contatti indesiderati: fanno riferimento ai comportamenti dello stalker diretti ad avvicinare in qualche modo la vittima a sé. Tra questi i più comuni sono i pedinamenti, il presentarsi direttamente nell’abitazione della vittima, appostarsi sotto casa, monitorare i suoi spostamenti o recarsi nei luoghi frequentati dalla stessa.

3) I comportamenti associati: tra questi troviamo l’ordine o la cancellazione di beni e servizi a carico della vittima, al fine di intimidirla, oppure far trovare oggetti macabri in luoghi da lei frequentati (per esempio animali o parti di animali morti), vandalizzare le proprietà del molestato (per esempio tagliare le gomme dell’automobile, danneggiare o bruciare l’abitazione).

La maggior parte dei comportamenti assillanti, sono messi in atto da partner o ex- partner.

Per la paura di essere abbandonati e/o non accuditi, possibilmente anche come ripetizione delle esperienze infantili di separazioni avvenute in maniera precoce, ci si lega ossessivamente a qualcuno, adottando condotte di stalking “O mia o di nessuno”.

Quando si cerca di costruire un rapporto con qualcuno, l’ottenere dei rifiuti porta in genere a un desistere della frequentazione, al contrario insistere comunque e in ogni modo, può essere letto come un inizio di comportamento assillante. Questa forma di violenza produce come scopo principale o come effetto secondario, ansia o paura nelle vittime. E’ utile quindi riconoscere per quanto possibile sin da subito le condotte assillanti e rivolgersi presso le Forze dell’Ordine o Centri Antiviolenza.

Le donne rappresentano da sempre la categoria più vittimizzata, anche se negli ultimi anni si sta assistendo a un ribaltamento dei ruoli, dove le donne diventano carnefici e gli uomini vittime.

Florinda Saverino
26 novembre 2013