Ecco la prova che una cometa colpì la Terra 28 milioni di anni fa

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Redazione
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La scoperta è stata effettuata da un team di scienziati sudafricani con collaborazioni internazionali e non ha solo fornito la prima prova definitiva di una cometa che colpì la Terra milioni di anni fa, ma potrebbe aiutarci a comprendere i segreti della formazione del nostro sistema solare.

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Rappresentazione artistica della caduta della cometa nell’atmosfera terrestre, sopra l’Egitto.

È stata infatti trovata la prima prova in assoluto che conferma come una cometa è entrata nell’atmosfera terrestre, sia esplosa, ed abbia causato un’onda d’urto di fuoco che cancellò ogni forma di vita sul suo percorso.

Il professor David Block della Wits University ha spiegato che “le comete, queste specie di palle di neve sporca mescolata a ghiaccio e polvere, visitano sempre i nostri cieli ma mai finora si era riuscito a recuperare il materiale da una cometa.”

La cometa in questione è entrata nell’atmosfera terrestre in corrispondenza dell’Egitto circa 28 milioni di anni fa, ma, non appena entrata in contatto con questa, è esplosa provocando un riscaldamento della sabbia sottostante fino ad una temperatura di circa 2000 gradi Celsius, con una conseguente formazione di vetro di silice giallo sparso su una superficie di 6000 km quadrati nel deserto del Sahara.
Un magnifico esemplare di questo vetro, lucidato da antichi gioiellieri, si trova nella spilla di Tutankhamon raffigurante uno scarabeo.

Il team di scienziati che ha lavorato a questa ricerca ha focalizzato l’attenzione su un misterioso sasso nero trovato anni fa da un geologo egiziano nel settore del vetro di silice. Dopo aver effettuato svariate analisi chimiche, gli scienziati sono giunti alla conclusione che questo rappresenti il primo esemplare conosciuto del nucleo di una cometa, non la solita meteorite.

L’impatto della cometa con la nostra atmosfera ha inoltre prodotto dei diamanti microscopici, che solitamente si formano nelle profondità della Terra dove vi è una pressione più alta, ma che possono anche essersi formati a seguito di un evento come quello dello schianto della cometa.
Il materiale che costituisce questi piccoli diamanti è stato chiamato Ipazia.

Nel team che studia Ipazia vi è anche un italiano, il Dottor Mario di Martino dell’Osservatorio Astrofisico di Torino, che ha effettuato numerose spedizioni nella zona del vetro nel deserto.

29 ottobre 2013