Craving

Scritto da:
Florinda Saverino
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1 minuto

Con il termine Craving, o appetizione patologica si intende un desiderio irrefrenabile di assumere una sostanza che se non soddisfatto, può provocare sofferenza sia fisica che psichica. Può essere definito come il pensiero ossessivo ricorrente del bere sino alla perdita del controllo dei propri impulsi. Ne sono state proposte numerose definizioni, fino alla distinzione sottolineata dall’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità tra il non-symbolic craving correlato all’astinenza e il symbolic craving, associato alla perdita di controllo e al fenomeno della ricaduta.

alcol

Craving dunque come “urge to drink” innescato dalla presenza di bevande alcoliche che scatenerebbero, prima ancora di essere assunte, un desiderio incontrollabile nei soggetti vulnerabili.

Il craving sarebbe prontamente stimolato da fattori associati con la sostanza, elementi quindi capaci di svolgere un ruolo preventivo di “grilletto”, che innescano con un meccanismo di condizionamento, il desiderio della gratificazione.

Tale fenomeno è molto pericoloso perché molti lo associano solo alla sindrome astinenziale ma in realtà la compulsione può comparire anche dopo anni di astinenza dall’alcol.

In riferimento al decorso specifico della dipendenza alcolica si possono distinguere un craving di tipo fisico, per lo più caratterizzato da sintomi di tipo astinenziale (aumento della frequenza cardiaca, nausea, tremori, sudorazione) che si manifesta dopo la brusca riduzione di alcol, dopo un periodo di consume eccessivo e un craving psicologico che si manifesta durante l’astensione e che può portare il soggetto alla ricaduta.

Lesh (1991) ha descritto Quattro tipologie di paz. che riflettono le diverse interazioni tra gli effetti dell’alcol e la vulnerabilità primaria dei soggetti

Pazienti di tipo I quando sono in astinenza non presentano desiderio di bere, ma in seguito a piccole assunzioni di alcol, sviluppano un craving incontrollabile

Pazienti di tipo II rientrano i soggetti che utilizzano la sostanza per risolvere o attenuare situazioni conflittuali personali

Pazienti di tipo III l’esposizione ad eventi stressanti o eccessivi cambiamenti associati a periodi di insonnia possono indurli a ricorrere all’alcol al fine di “automedicarsi”

Pazienti di tipo IV possono essere ricondotti i soggetti a cui manca l’atteggiamento critico nei confronti del bere, quindi sono estremamente cedevoli al desiderio.

Florinda Saverino
9 dicembre 2013