I ricordi possono alterare la percezione visiva

Scritto da:
Maria Grazia Midossi
Durata:
1 minuto

Una nuova ricerca indica che fare un tuffo nel passato mentre si sta guidando potrebbe farci finire  in un fosso lungo la strada. Gli psicologi della Vanderbilt University hanno scoperto che la nostra percezione visiva può essere contaminata dai ricordi di ciò che abbiamo visto di recente, alterando la nostra capacità di comprendere correttamente e agire su ciò che stiamo vedendo. “Questo studio dimostra che mantenere il ricordo di un evento visivo nella nostra mente per un breve periodo di tempo può contaminare la percezione visiva durante il tempo che stiamo ricordando,” ha detto Randolph Blake, coautore dello studio e professore di Psicologia, “il nostro studio rappresenta la prima prova conclusiva di tale contaminazione, ed i risultati suggeriscono fortemente che ricordare e percepire coinvolge almeno una parte delle aree del cervello  stesso.” Lo studio è stato recentemente pubblicato nel journal Psychonomic Bulletin & Review. “Ci sono numerosi casi in cui ci impegniamo in attività visive come la guida, mentre rivanghiamo gli eventi visivi con gli occhi della mente. Il buon senso ci dice che questa ripetizione mentale è innocua in quanto non interferisce con la nostra capacità di registrare e reagire agli oggetti all’interno del nostro campo visivo,”hanno scritto Kang e i suoi coautori  “Evidentemente, però, che non è sempre vero quando il contenuto della nostra memoria si sovrappone con i contenuti del nostro mondo percettivo.”

In questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un’ illusione visiva per sapere se le informazioni contenute nella memoria influenzano la percezione. Questa illusione è prodotta quando due serie di puntini in movimento si sovrappongono, con i punti in un insieme, che si muovono in una direzione diversa da quelli degli altri insiemi. In queste condizioni, le persone tendono a percepire male la direzione effettiva del movimento, e a percepire una differenza più grande tra le due serie di movimenti di quella che  esiste realmente. Kang e i suoi colleghi hanno cercato di determinare se l’illusione si sarebbe verificata quando un insieme di movimenti, piuttosto che essere fisicamente presente, si fosse verificato nella memoria. Il resoconto delle persone riguardo al movimento del secondo gruppo di punti era chiaramente influenzato da ciò che avevano visto in precedenza. “Pensiamo che gli osservatori percepiscano male la direzione effettiva del movimento di un unico stimolo di movimento se, durante la visualizzazione di quello stimolo, sono in possesso di un movimento in direzione diversa nella loro memoria”, scrivono gli autori.
I risultati forniscono un ulteriore supporto per i risultati precedenti dei ricercatori della Vanderbilt  e cioè che il contenuto della memoria  può essere rappresentato nelle prime  aree visive del cervello, tra cui la corteccia visiva primaria, che in precedenza si riteneva non giocasse alcun ruolo nelle funzioni cognitive superiori come la memoria.