Heart Exhibition: intervista al Prof. Leonardo Calò

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Redazione
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Con i più rosei risultati si è concluso l’Heart Exhibition, il congresso medico “Advances in Cardiac Electrophysiology” dedicato alla Cardiologia. Più di 400 relatori ed oltre 2000 cardiologi hanno preso parte al convegno punto di riferimento internazionale sulla Cardiologia. Si è svolto nel cuore di Roma, nell’antico e maestoso Palazzo Colonna dove il ricordo all’antichità ha dato luce ad un chiaro “messaggio per non morire” quello promosso dalla ONLUS “Insieme per un Cuore più Sano” ed il convegno stesso. Un misto di eccellenze della medicina cardiologica consolidato da presenze di “laici” e curiosi ha dato vita e riunito un convegno dedito alla diffusione dei principi di uno stile di vita sano e delle manovre d’intervento in caso di emergenza. Un convegno nato per promuovere e consolidare le conoscenze cardiologiche ai più esperti e ai più curiosi aprendosi, in questa sua quinta edizione, ai non-medici. Vi rimandiamo alle precedenti pubblicazioni relative al convegno Heart Exhibition, Advances in Cardiac Electrophysiology e ad un “messaggio per non morire”. Deliziandovi con le interviste conclusive al Prof. Leonardo Calò (di seguito riportata) e alla Dott.ssa M. Marziali (disponibile in questa pagina).

Professor Leonardo Calò
Responsabile Aritomologia Policlinico Casilino di Roma

Buonasera professore siamo felici di averla seguita in questa V edizione dell’Heart Exhibition un evento molto particolare in quanto libero e gratuito, può spiegare ai nostri lettori il perché di questa scelta e se si dichiara soddisfatto di queste due giornate?

Questa scelta è nata dall’esigenza di fare in modo che quante più persone possibili possano partecipare ad un congresso cardiologico, ad un congresso medico in modo che si possa diffondere cultura, a tutti i livelli, anche per medici che magari non possono permettersi un’iscrizione e anche per fare in modo che gli infermieri, i tecnici, le classi e le figure professionali potenzialmente svantaggiate possano partecipare in momenti di formazione. Sono molto soddisfatto di queste due giornate con la partecipazione di oltre 2000 persone, con tutti i corsi, i mini corsi e tutti i vari argomenti stra-pieni, quindi da un punto di vista personale sono estremamente soddisfatto.

Sappiamo anche che è il presidente di una ONLUS “Insieme per un Cuore più Sano” può dirci in breve di cosa si occupa e quali obiettivi persegue?

La ONLUS “Insieme per un Cuore più Sano” è una ONLUS che si occupa di prevenire la morte che avviene improvvisa, di fare prevenzione sulle malattie cardiovascolari, di fare formazione a personale medico, paramedico, ma anche a personale laico e di tutto quello che si può fare per prevenire la morte che avviene improvvisa. Un obiettivo che si pone e vuole portare avanti è anche quello di favorire la ricerca con il finanziamento di progetti di ricerca su tematiche della mortalità cardiovascolare e anche nell’ambito della cardiologia dello sport.

Parliamo della telemedicina, che cos’è, come viene applicata in ambito cardiologico e quale impatto economico potrebbe avere in termini di risparmio?

La telemedicina è una novità di questi ultimi anni della cardiologia, consente di vedere e gestire a distanza tantissimi malati in modo particolare quelli più fragili. I soggetti che sono affetti da scompenso cardiaco spesso si trovano in difficoltà nell’andare avanti e indietro negli ospedali, noi possiamo comunicare con questi malati, vedere quello che accade. Questo ha un notevolissimo impatto economico su tutto ciò che avviene a queste persone e consente evitare le così dette ri-ospedalizzazioni, infatti questi malati si trovano spesso nella condizione di venire in pronto soccorso, rimanere delle giornate ed essere poi trasferiti nei reparti di medicina passando tanti giorni della loro vita in ospedale. Tenete conto che più o meno ogni malato scompensato che si ricovera in ospedale 2-3 volte l’anno in ospedale costa dai 70.000 agli 80.000 euro l’anno e grazie alla telemedicina questi pazienti possono essere “adottati” e molto ben seguiti.

Come definirebbe il panorama cardiologico nel nostro paese in relazione al panorama internazionale e se esistenti potrebbe parlarci di uno o più paesi modello nell’ambito della cardiologia?

Il nostro paese in relazione al panorama internazionale è un paese estremamente avanti, ha una grande capacità di fare ricerca e di avere degli ingegni di massimo livello internazionale, il problema è che abbiamo una modalità di gestione delle attività di ricerca, di gestione della nostra organizzazione cardiologica che è un po’ complesso e che richiede una notevole innovazione dal punto di vista dei modelli, basta per l’appunto, parlare del modello di gestione dello scompenso cardiaco o anche di altri modelli che sono proprio quello che serve ai pazienti cioè i percorsi: se uno ha un problema capire che percorso fare, che percorso realizzare. Esistono dei modelli internazionali interessanti, ci sono però dei modelli sociali diversi ad esempio negli stati uniti molto è fatto dall’attività del privato, cioè è sostenuto dai privati o in altri modelli come i modelli scandinavi dove ci sta un modello sociale molto efficace e molto efficiente, comunque direi che non ci sono dei modelli di riferimento, esistono vari modelli su cui sicuramente l’Italia si può agganciare per migliorare ciò che possiamo fare nel nostro paese.

In articoli precedenti abbiamo dato molto risalto agli obiettivi di “Insieme per un Cuore più Sano” e un “messaggio per non morie, l’ormai motto della ONLUS in questione, la prevenzione a partire da uno stile di vita sano, la conoscenza di semplici manovre d’intervento può diventare la soluzione in molti casi di emergenza, può dirci qualcosa in merito?

Mi sembra che il messaggio anche al termine di questo congresso, questo messaggio per non morire parta dall’attenta considerazione che l’intervento precoce e semplice, come è documentato in delle bellissime relazioni, semplicemente con il massaggio cardiaco può salvare una vita, altrettanto importante è essere non preoccupati non tanto di andare a soccorrere rapidamente una persona, ma di essere pronti ed efficaci immediatamente nell’intervenire con il massaggio cardiaco, altrettanto è fondamentale e importante avere uno stile di vita, perciò essere attenti a cose semplici come mangiare, come il fumo, la propria attività fisica, il saper ascoltare i sintomi che uno avverte come per esempio il proprio ritmo cardiaco, il proprio polso e saper comunicare eventuali sintomi che uno ha a dei medici, credo che tante cose, però tutte molto semplici, possono cambiare sicuramente la prospettiva e la modalità di quello che è una diffusione molto più ampia, a tante più persone di quelle cose che rimangono dette troppo spesso solo tra pochi intimi.

Redazione
27 novembre 2013