Convegno sulla filantropia a Milano

Scritto da:
Valerio Tedeschi
Durata:
1 minuto

Gli anni Dieci, gli anni della crisi economica mondiale, sono paradossalmente anche gli anni del boom della Venture Philantrophy, la moderna dimensione della filantropia che si declina attraverso donazioni mirate e concrete, volute generalmente da magnati dell’imprenditoria multimilionari, con l’obiettivo di “restituire alla società” parte delle proprie fortune.

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La mera donazione di denaro si è tramutata oggi in un vero e proprio investimento aziendale per la realizzazione di opere concrete che migliorino la vita della comunità, con benefici sul lungo periodo che alla larga ricadranno anche sugli stessi finanziatori.

E’ il fenomeno della “filantropia catalitica” raccontato da Bill Gates, senza dubbio uno dei più importanti filantropi del mondo, che spiega come il restituire al mondo parte delle proprie fortune porti giovamento non solo ai beneficiari, ma anche agli stessi filantropi, che avranno appagato il proprio senso del dovere e avranno contribuito a rigenerare un’economia traballante, per la gioia delle stesse imprese.

Anche in Italia il fenomeno della filantropia è ormai dilagante, tanto che le più grandi aziende di casa nostra stanno riservando degli interi comparti all’individuazione, gestione e realizzazione di opere filantropiche.

Finanziare a partire dai risultati, non dalle attività”

Nei giorni scorsi a Milano si è svolto un convegno dedicato proprio alla Venture Philantrophy, organizzato dalla Fondazione Lang Italia e svoltosi presso la sede della Fondazione Umanitaria di Milano. Ospite d’onore della convention, che ha visto la partecipazione di oltre 200 persone, è stato l’imprenditore Mario Morino, passato dall’eclatante successo impresariale degli anni Ottanta all’altrettanto grande successo delle fondazioni filantropiche da lui fondate.

La tavola rotonda, moderata dalla giornalista del Corriere della Sera Maria Teresa Cometto, ha ospitato i rappresentati di grandi fondazioni italiane dedite alla filantropia, dalla Fondazione De Agostini alla Fondazione Paideia, da Oxfam Italia a Bank Vontobel.

Un punto molto importante su cui tutti i relatori si sono trovati d’accordo, è la necessità di incrementare gli interventi benefici:

“Il Privato socialmente responsabile – ha detto Tiziano Tazzi, Presidente della Fondazione Lang Italia – e, in particolare, le Fondazioni che supportano le organizzazioni no profit che si occupano di assistenza in vari campi, sono, nell’attuale situazione di crisi, ancor più sollecitati ad ampliare i loro interventi, in presenza però di risorse scarse. Occorre perciò rivedere i criteri con cui vengono gestiti i fondi pubblici e privati dalle non profit, partendo dall’individuazione dei leader, che nel loro specifico campo di intervento hanno dimostrato di saper combinare al meglio l’efficacia sociale con l’efficienza economica”.

Proprio per questo i finanziamenti andrebbero erogati partendo da un’attenta progettazione, che valuti i risultati da ottenere piuttosto che le singole attività.

Questo nuovo modo di concepire la beneficenza, e dunque portare risultati concreti, è stato abbracciato anche da Francesco Corallo, il re italiano delle slot machine, che da anni dedica tempo e risorse per portare servizi, infrastrutture e supporto tecnologico nei luoghi del mondo dimenticati dall’uomo, compiendo ogni anno dei viaggi filantropici che documenta e racconta sul suo blog personale, monitorando costantemente l’evoluzione concreta delle opere da lui finanziate e supportandone l’attività.

Sulla scia filantropica di Corallo operano anche altri imprenditori italiani, il cui operato segue fondamentalmente una linea comune, che la Venture Philantrophy Partners ha codificato in sei regole di base, sei forme di sostegno attivo di cui si è parlato ampiamente anche durante la conferenza di Milano:

  • Alto grado di Coinvolgimento, partecipazione alle decisioni pià importanti dell’organizzazione non profit sostenuta);
  • Finanziamento su misura, che può essere una donazione vera e propria oppure un prestito, la garanzia sui prestiti di terzi, o ancora un contributo in conto capitale;
  • Sostegno Pluriennale, ossia un’attività filantropica di lungo periodo, (generalmente dai 3 ai 7 anni);
  • Sostegno Non Finanziario, applicato direttamente al management dell’Organizzazione non profit tramite consulenza;
  • Sostegno alla crescita, un approccio che punta a sostenere un’intera struttura organizzativa attraverso la ricerca di un leader (manager) e la sua formazione;
  • Misurazione della Performance, stabilita insieme all’ organizzazione supportata, per individuare i risultati conseguiti (detti outcomes).

Valerio Tedeschi