“Tattoo”

Scritto da:
Francesco Alessandro Squillino
Durata:
1 minuto

Ci sono articoli che a scriverli donano un vero senso di libertà e di ricerca nelle riflessioni  multidimensionali che in noi possono stimolare. Questo è uno di quelli… Miles Davis uno degli interpreti più grandi e misteriosi del mondo del Jazz quando interpretava con la sua tromba il suo brano intitolato “TUTU” a detta dei musicisti che lo accompagnavano era come se un incisore un tatuatore di eccezionale perizia stesse cesellando con una serie di punte adatte sulla pelle di una splendida donna o di un uomo senza tempo il suo tatuaggio più incredibile e straordinario raffigurante la Musica con la sua lunga chioma di note e suoni.

Incredibile ma vero forse per assonanza archetipa con i nostri reconditi ricordi millenari la parola polinesiana “TATAU” con la sua antica scarificazione della pelle contiene una radice assai comune indicando la permanenza di un disegno sul nostro corpo destinato a durare per sempre, fino alla fine della vita del portatore di tatuaggio. Si narra che l’imperatore Costantino avesse vietato esplicitamente una volta convertito al Cristianesimo, la pratica del tatuaggio. Dal Levitico Costantino ricordava a tutti quanto recitava il sacro testo:” Non  vi farete incisioni nella carne per un defunto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il Signore” <Levitico 19.28 > anche se molti cristiani si tatuavano anche allora sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria coincidenza spirituale. Ma cosa evoca  ancora oggi nelle persona il tatuaggio e quale sono i significati sociali  e della  gamma di reazioni associate al gesto di farsi tatuare?. Le motivazioni per cui oggi ci si tatua sono assai differenti e diverse da quelle per le quali  l’essenza del  tatuaggio contrassegnava l’individuo come componente o non aderente ad una definita etnia. Le strutture artistiche  del tatuaggio erano un tempo non solo espressioni per celebrare l’io individuale o il proprio fisico ma aveva legami intimi connessi a convinzioni religiose, spirituali e magiche dove l’individuo non era liberato dal potere di decidere di essere “contrassegnato” o meno, né tantomeno libero di scegliere i motivi ornamentali.

Pensiamo alle donne di etnia Dinka nel Sudan meridionale che   sono costrette  a sottoporsi a  riti che sottolineano ogni stadio della loro vita a cominciare dalla comparsa della fertilità al matrimonio e dalla maternità in età avanzata, alla menopausa Nel mondo del tatuaggio antico  e moderno per certi versi ruota ancora la concezione mai scomparsa del tutto della medicina arcaica, della superstizione dell’animismo  dei riti tribali e delle cerimonie millenarie  di iniziazione  che contraddistinguono ad esempio i caratteristici tatuaggi dei Maori dove giovani donne vengono sottoposte alla scarificazione diretta. Proseguendo nell’inevitabile dualismo tra marchio, sua persistenza corporea e dolore è con molto dolore appunto che viene imposta ancora oggi  per  pura forma estetica e sociale alle donne di alcune etnie della Birmania, le donne Kayan, il rimodellamento del collo e delle gambe, utilizzando anelli metallici via via inseriti ed assemblati in una sorta di <body modification> oggi così presente in alcune particolari intuizioni umane.

Parente stretto del tatuaggio nell’immaginario collettivo è il piercing che nella medicina ayurvedica o nell’agopuntura fa .rifermento ad una mappa di  punti ben precisi da stimolare  per ottenere una adeguata reazione fisica e sensoriale .Forare le narici delle donne indiane o del  Bangladesh o delle ragazze pakistane, rappresenta purtroppo al di là di una convinzione di bellezza in  realtà un  simbolo di sottomissione sociale che molte adolescenti occidentali  che ricorrono  allegramente alla stessa pratica forse se ne conoscessero fino in fondo il vero  significato non approverebbero davvero  molto. Parente stretto del tatuaggio ad ago e del piercing ma molto meno invasivo ,il body painting ,che  può essere collocato invece nella categoria delle decorazioni transitorie viene dagli aborigeni australiani utilizzato per assolvere funzioni rituali nella la scelta individuale che rende le pratiche tribali molto lontane dal mondo occidentale. Le zone della topografia corporea scelte da tatuare sono molto importanti come messaggio.

Viso e  collo sono zone  molto rare nel mondo nel tatuaggio civilizzato dove l’accentazione del io costituito dal viso oltre ad essere zone particolarmente dolorose da tatuare , esprime motivi psicologici e sociali che evitano queste parti corporee in quanto esposte allo sguardo continuo del mondo relazionale degli altri .I tatuaggi sul volto poi oggi  quando presenti costituiscono un profondo linguaggio simbolico come quelli utilizzati  nelle gang metropolitane, un riconoscimento nei riti  di iniziazione, un simbolo di chiara appartenenza. Basti pensare alle più note gang americane giovanili e di quartiere. Quindi  l’uomo fin dal passato ha sentito la spinta ad abbellire non solo gli oggetti intorno a sé, ma particolarmente il proprio corpo. A conferma di tale tesi vi sarebbe il ritrovamento di alcuni strumenti di epoca primitiva che si pensa fossero stati utilizzati per praticare un tatuaggio. Il Body painting, la scarificazione e il tatuaggio, sono da considerarsi arti antichissime, nate allo scopo non solo di soddisfare un impulso individuale, ma con impulsi, connotazioni e risvolti sociali, tanto da poter parlare di atto sociale primitivo. Nel novecento però nelle società occidentali il tatuaggio non viene già più considerato espressione di arte e di libertà, ma  associato ad una confusione morale. Il tatuaggio inizia  per questo a dilagare tra i ceti più bassi quelli dei malavitosi, carcerati e marinai, tanto da diventare un vero e proprio simbolo di appartenenza alla criminalità. Con l’avvento degli anni sessanta e ottanta con il diffondersi della controcultura che il tatuaggio ammalia chi sceglie di stupire e porsi in alternativa alla mentalità comune. Nei movimenti  Punk e Angels  tatuarsi  era espressione di ribellione e rabbia. Tornando ai motivi per cui ci si tatua oggi invece sembra ci sia un’apertura verso un’epoca più dischiusa ai cambiamenti, un’epoca molto più ricettiva. Oggi si sceglie come autentica celebrazione dei propri gusti e del proprio modo di essere, oltre che manifesto dei propri personali eventi di vita.

Il tatuaggio può essere considerato come una cicatrice del proprio sentire. Oggi ci si tatua per tirare fuori quello che si ha dentro trasformando il proprio corpo come strumento di comunicazione, vi è una sorta di riappropriazione di esso. Il tatuaggio è stato utilizzato con finalità diversissime e ancor più vari sembrano essere i motivi che hanno contribuito allo sviluppo di questa antichissima pratica. Ecco alcune interpretazioni dei tatuaggi più comuni ad esempio con utilizzo di simboli del regno animale.. Ovviamente non è scontato che chi porta un tatuaggio incarni le caratteristiche dell’animale, perché a volte ci si lascia condizionare da fattori culturali o estetici, ma è in ogni caso interessante, provare a fare qualche collegamento simbolico .Il tatuaggio è un arte antica così diffusa da considerarsi  un atto sociale. Il corpo è come una tela grezza e i colori e i segni coi quali lo caratterizziamo, parlano di noi. Anche la scelta di un tatuaggio può essere letta e interpretata tramite i simboli o gli animali che lo rappresentano. Possiamo dunque trarre qualche indizio sulla personalità di chi porta un tatuaggio, interpretando l’animale totem corrispondente.  Farfalla – La farfalla è un simbolo di leggerezza e cambiamento. Indica dunque una personalità dotata di grazia e immaginazione, che ama la libertà e i viaggi. Il lato ombra può essere rappresentato dall’incostanza e talvolta dalla superficialità. Aquila – Simbolo del guerriero, rappresenta l’indipendenza, l’elevazione spirituale e la ribellione.

Tatuaggio molto amato dai ribelli, e da chi vuole sentirsi sempre libero, a qualsiasi costo. In negativo può indicare estremismo e aggressività Falco – Rappresenta il messaggero, la luce e la capacità di cogliere i segnali nascosti. Chi lo porta è creativo, intuitivo e audace. Il lato ombra può essere rappresentato dalla vanità Gufo – Rappresenta la chiaroveggenza, la saggezza e l’intuizione. Anche se giovane chi ha questo tatuaggio si rivelerà maturo, intellettuale e consapevole. Il gufo e la civetta vedono nel buio, quando gli altri dormono. Il lato negativo può essere rappresentato dalla presunzione e dalla saccenza. Corvo – Popolare tra i fan e gli appassionati di occulto, simboleggia l’ignoto e il viaggio interiore. Chi lo porta sarà dunque affascinante, misterioso e carismatico, e vestirà preferibilmente di nero. Il lato ombra può essere rappresentato da dogmatismo e introversione, spesso mascherata.  Un mondo double face quello del Tattoo come lo spazio della nostra pelle che con il suo linguaggio dentro/fuori trova una sua espressione poetica e carezzevole in uno dei brani più suggestivi ed originali di Chico Barque de Hollanda, tradotto dal grande Sergio Bardotti e inserito nel CD … “Io dentro” del  1977  ed interpretato dalla mitica Ornella Vanoni. Nelle parole  suggestive e perfette la conclusione di questo breve ma intenso sguardo/viaggio nel mondo del corpo immagine della scrittura e dei simboli impressi sul corpo. Dell’anima esposta al mondo e del  mondo quando scrive sull’essere umano…

“Tatuagem”,
Chico Barque de Hollanda,
Traduzione di Sergio Bardotti
CD… Io dentro” (1977)
Voglio restare sul tuo corpo
come un tatuaggio
che per darti coraggio e proseguire il viaggio
quando è notte in te.
Voglio essere una schiava sulla tua pelle
che tu rinneghi raschi e sfreghi ma non cancelli.
Voglio ballare sul tuo corpo
come ballerina
che ad un tratto si spira salta e ti s’inchina
quando è notte in te.
E sui tuoi muscoli sfiniti dall’ultima carezza
riposare stanca piena vuota… morta di stanchezza.
Voglio pesarti sulle spalle, come una croce
che ti fa un male atroce ma in fondo ti piace
quando è notte in te.
Io sarò la cicatrice ridente e corrosiva
marcata a ferro a freddo a fuoco in carne viva.
Ancore sirene navi e un nido di serpenti
che io ti incido in tutto il corpo ma non li senti.
Ancore sirene navi e un nido si serpenti
che io ti incido in tutto il corpo ma non li senti.

 

“TUTU” Miles Davis

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=atVp9s2BtfY

 

Francesco Alessandro Squillino