Breve guida agli strumenti odontoiatrici

Scritto da:
Valerio Tedeschi
Durata:
1 minuto

Spesso i pazienti che si devono sottoporre a cure odontoiatriche sono poco informati sulla strumentazione utilizzata dai dentisti. Nomi quali turbine, contrangoli e manipoli possono spaventare i pazienti, in particolare i bambini che sentono il dentista e le assistenti parlare ai genitori, ma non sono altro che i termini tecnici di tutti quegli attrezzi usati negli studi dentistici .

Ecco un breve vademecum:

Gli strumenti odontoiatrici, in base al contesto assistenziale, si dividono in: prima vista, endodonzia e pedodonzia, paradontologia, protesi e implantologia, chirurgia estrattiva e ortodonzia.
Una seconda divisione può essere fatta in base al criterio di criticità, ovvero al loro uso. Possiamo quindi trovare diversi strumenti odontoiatrici dal dentista : distinguiamo quelli monouso, che dopo il loro utilizzo vengono gettati come rifiuti inetti – come gli aghi, i bicchieri di plastica, gli aspirasaliva e i guanti – e quelli invece riutilizzabili, che dopo l’uso vengono sterilizzati e usati nuovamente – come gli specilli, gli specchietti e le sonde paradontali.
La sterilizzazione è fondamentale e non può assolutamente essere trascurata, altrimenti può provocare un’infezione crociata, che si verifica quando un batterio presente nella bocca di un paziente finisce nella bocca di un altro in seguito a contaminazione di uno strumento che non è stato pulito attentamente.
Quest’operazione viene effettuata attraverso 4 fasi, che avvengono nella cosiddetta “sala di sterilizzazione”, ovvero un ambiente dotato di strumentazione adeguata, a cui ha accesso solo il personale dello studio. La prima, la decontaminazione, consiste nell’immersione degli strumenti usati in un disinfettante; la seconda, la detersione, vede il lavaggio a mano o a macchina degli strumenti; la terza, il confezionamento, vede l’inserimento degli strumenti in buste sterilizzate e sigillate; la quarta, infine, è la sterilizzazione vera e propria, che vede inserire questi sacchetti in una macchina detta “autoclave”.
Se nello studio dentistico in cui ci si affida per le cure non vengono prese tutte queste misure cautelari, è meglio rivolgersi ad un altro odontoiatra, in modo da essere più sicuri riguardo alla condizioni di igiene e, di conseguenza di salute.

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Valerio Tedeschi
10 dicembre 2012