Immunoterapia mirata: nuovo trattamento per la leucemia linfoblastica acuta

Scritto da:
Davide Basili
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Striscio ricavato da aspirato di midollo osseo in paziente affetto da leucemia linfoblastica acuta. Si evidenziano precursori di linfociti B. Colorato con metodo Wright. (Wikipedia)

La cura per la leucemia, forse, potrebbe arrivare presto. Ameno così emerge da una tecnica sperimentata dagli scienziati americani del Memorial Sloan-Kettering Cancer Centre di New York, che è stata soprannominata “immunoterapia mirata”.

Il metodo nasce come procedura per rendere i pazienti eleggibili per il trapianto di cellule staminali, e consiste nel modificare geneticamente i globuli bianchi prelevati dai pazienti: al loro interno viene inserito un gene, la proteina CD19 che è in grado di riconoscere le cellule tumorali.

Quando poi i linfociti (altro nome con cui sono conosciuti i globuli bianchi) vengono nuovamente introdotti nel sangue dei malati, sono in grado di attaccare e distruggere le cellule maligne.

Questa procedura, come si legge sulla rivista Science Transnational Medicine, è stata sperimentata con successo prima su una bambina di 7 anni, poi su un gruppo di 5 adulti affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule B.

Tutti questi pazienti si erano già sottoposti a chemioterapia, ma il temibile tumore che attacca il sangue era tornato in forma più forte, tanto da riuscire a resistere ai farmaci.

Durante il test, 3 malati hanno mostrato una remissione alla malattia, 2 sono morti in seguito ad una ricaduta e 1 è deceduto a causa di un coagulo di sangue.

Il dottor Renier Brentjens, autore principale dello studio, spiega: “I pazienti con recidiva di leucemia linfoblastica acuta a cellule B, resistente alla chemioterapia, hanno una prognosi particolarmente sfavorevole. Questa capacità del nostro approccio di ottenere remissioni complete in tutti questi pazienti molto malati è ciò che rende questi risultati così straordinari e questa nuova terapia così promettente”.

Davide Basili
24 marzo 2013