Novità dalla medicina estetica: arriva la penna che cancella le rughe

medicina-esteticaDalla medicina estetica arriva una novità che si propone come strumento innovativo per cancellare i segni del tempo. Stiamo parlando della Dermapen, proposta sul mercato con l’obiettivo di cancellare le rughe, attenuare le imperfezioni della pelle e perfino contrastare le temute smagliature, tanto difficili da eliminare.

Questo strumento permette di effettuare delle microiniezioni che stimolano il collagene e l’elastina aumentando così lo spessore della cute ed eliminando, in questo modo, imperfezioni e cicatrici e andando a riempire i solchi delle rughe.
La ricerca sulla medicina e la chirurgia estetica è molto sviluppata ed è in grado di proporre strumentazioni sempre più avanzate e meno invasive, per andare a soddisfare le esigenze un numero in crescita di persone che si affidano alla medicina e alla chirurgia plastica estetica per combattere i segni del tempo e le imperfezioni.

Con questa tecnica, in particolare, si va a lavorare sulla cute con una serie di piccolissime iniezioni che stimolano una profonda rigenerazione dei tessuti che permette di ottenere buoni risultati anche in caso di rughe profonde e smagliature. Con questa tecnica si può operare anche in zone che sarebbero normalmente difficili da raggiunger con il laser, come ad esempio il collo, o le zone più delicate del contorno occhi, naso e labbra.

Questo nuovo strumento è stato denominato Dermapen proprio perché come forma assomiglia proprio a una penna che ha sulla punta degli aghi sottilissimi. Il trattamento può prevedere l’impiego di alcune creme nella fase preparatoria per stimolare la pelle, e nella fase post-operatoria per attenuare il rossore (comunque minimo) provocato dai microaghi.

Le nuove frontiere della medicina estetica vanno quindi sempre più verso una semplificazione, per venire incontro alle esigenze di un numero crescente di pazienti che chiedono rapidità di intervento, nessun effetto collaterale e costi contenuti. Le destinatarie di tali trattamenti sono principalmente le donne nella fascia d’età tra i 40 e i 55 anni che vogliono continuare ad avere un aspetto ancora giovanile, soprattutto sul volto, e quindi attenuare le rughe e rendere la pelle del viso più compatta. La medicina estetica permette a queste pazienti di ottenere buoni risultati in maniera più veloce, meno invasiva e decisamente meno costosa rispetto ad interventi di chirurgia estetica come il lifting o la blefaroplastica che però, questo va detto, hanno, a differenza dei trattamenti di medicina estetica, dei risultati permanenti.

21 aprile 2013
Salvatore Maurizioli

Mar di sardegna: balenottere anche in inverno

finblowE’ il report presentato dall’Accademia del Leviatano secondo cui, nel corso della campagna invernale di monitoraggio cetacei da traghetto, sono stati avvistati nel Mediterraneo Occidentale numerosi esemplari di balenottera. L’avvistamento è avvenuto nel Mar di Sardegna, la parte di mare compresa tra l’isola italiana della Sardegna e l’arcipelago spagnolo delle Baleari.

 

Secondo quanto dichiarato da Stefania Carcassi dell’Accademia del Leviatano “L’utilizzo di navi e traghetti di linea per monitorare i cetacei amplia fortemente il range rappresentato dall’alto mare che, altrimenti, sarebbe irraggiungibile con normali mezzi di ricerca durante tutto l’anno. In effetti la maggior parte delle osservazioni marine si concentrano e limitano, generalmente, alla sola estate.”

 

Sempre nel mar di sardegna sono stati infatti avvistati capodogli (Physeter macrocephalus), globicefali (Globicephala macrorhynchus e Globicephala melas), zifi (Ziphius cavirostris) e grampi (Grampus griseus) oltre i comuni tursiopi (Tursiops truncatus) e stenelle (Stenella).

 

La campagna di monitoraggio in questione è stata resa possibile per mezzo delle imbarcazioni della Grimaldi lines. Il transetto marino che include ed attraversa aree di mare contraddistinte per la diversa morfologia e batimetria, comprende le Bocche di Bonifacio, tratto di mare particolarmente vulnerabile per il trasporto marittimo, dove è stata istituita la prima PSSA (Particularly Sensitive Sea Area) del meditteraneo e della quale ha permesso il monitoraggio. Secondo quando comunicato nell’area di sbocco delle Bocche di Bonifacio nel Mar di Sardegna, all’altezza dell’Isola dell’Ansinara sono avvenuti avvistamenti di balenottere in gran numero.

 

Secondo Anna Ruvolo, ricercatrice dell’università di Pisa che per 4 anni ha monitorato il tratto di mare tra Livorno e Bastia (Santaguario di Pelagos): “I traghetti sono eccellenti piattaforme per gli avvistamenti, in mare, di cetacei, tartarughe, uccelli marini e macro rifiuti, in particolare siamo coinvolti nel processo dell’adattamento di un protocollo con cui monitorare il marine litter da traghetto così come già avviene in diversi contesti internazionali. De facto, il marine macro litter, compromette non soltanto il turismo, verso il quale si traduce come impatto negativo ma risulta pericolosissimo per le specie che popolano l’area stessa sia per le plastiche che vengono ingerite sia per le reti fantasma che si aggrovigliano a cetacei e tartarughe.”

 

Al network di ricerca operante nell’area del Santuario Pelagos, coordinato da ISPRA, partecipano numerosi enti di ricerca italiani e francesi con l’appoggio e l’apporto di due compagnie di trasporto marittimo: la Grimaldi Lin es e la Corsica-Sardinia Ferries.

 

Salvatore Maurizioli
21 febbraio 2013

Rischi di patologie cardiache ridotti in chi segue una dieta vegetariana, è vero?

Alimenti tipici della dieta vegetariana
Alimenti tipici della dieta vegetariana (wikipedia)

Quando la dieta è vegetariana i rischi di morte per una patologia cardiaca si riducono del 32% rispetto a coloro che seguono un alimentazione standard.

Questo è lo studio presentato dall’Università di Oxford pubblicato poi nel Journal of Clinical Nutrition.

Francesca Crowe, a capo dello studio, ha sottolineato come “i maggiori benefici di una dieta Vegetariana si riflettano in bassi livelli di colesterolo e, generalmente, in un’ottima pressione del sangue a dimostrazione di quanto la dieta vegetariana contribuisca nella prevenzione e nella riduzione dei rischi di insorgenza delle malattie cardiache.

Effettuato su circa 45 mila volontari, lo studio risulta essere il più grande mai eseguito sulla dieta vegetariana abbinata ai rischi di patologie cardiache e vascolari all’interno del regno unito.

Lo studio dunque, soprattutto a chi presenta una predisposizione genetica, suggerisce il cambio di dieta a quella vegetariana come mezzo preventivo all’insorgenza di rischi cardiaci.

Analisi oggettiva dello studio:
Lo studio apparso oggi 31 gennaio su tutta la rete, come detto, è stato effettuato su più di 45 mila volontari. Questo ha comportato una non selezione dei candidati incidendo radicalmente sui risultati.

Il campione di uno studio, per essere realistico, deve considerare una serie di fattori fondamentali in quanto mettere a confronto un individuo che segue una dieta vegetariana, che per ovvi motivi è molto attento alla salute, con 10 individui che di fatto non seguono alcuna dieta e non curano in alcun modo la propria alimentazione porta risultati e cifre esclusivamente numeriche. Questo si riflette in una risposta puramente statistica, molto generica e poco affidabile.

Più attendibile sarebbe stato, invece, mettere a confronto volontari attenti alla propria dieta, la cui alimentazione non si basa soltanto su carne ma abbonda anche in frutta, vegetali e pesce e confrontarli, a questo punto, con coloro che seguono una dieta vegetariana. I risultati sarebbero stati senz’altro diversi e – come dimostrato da numerosissimi studi – le percentuali di differenza irrisorie.

Essere attenti alla propria alimentazione, seguire una dieta onnivora, prendere le giuste quantità di carne e pesce, abbondare in frutta e verdura resta, come ci insegnano decenni di evoluzione scientifica, la miglior soluzione per una vita sana e priva di carenze.

Salvatore Maurizioli
31 gennaio 2013

L’apparato tegumentario

apparato tegumentarioL’apparato tegumentario comprende la cute o pelle, ed il tessuto sottocutaneo con relativi annessi nel suo interno distribuiti. Svolge molteplici funzioni la cui più evidente è senz’altro quella di rivestimento che si manifesta nella protezione dell’intero organismo da agenti di natura chimica, fisica, biologica o patogena (funghi, virus, batteri, etc).

Nel suo insieme ricopre l’intero corpo continuando con le mucose costituendo così le giunzioni cutaneomucose ove si incontrano orifici naturali.

A sua volta la cute si suddivide in due strati l’epidermide ed il derma, mentre il tessuto sottocutaneo prende il nome di ipoderma.

L’epidermide, di natura epiteliale, ha origine ectodermica e comprende cinque strati che, dal basso verso l’alto, sono: strato basale, strato spinoso, strato granuloso, strato lucido e strato corneo. Più in profondità vi è il derma, di origine mesodermica e costituito da tessuto connettivo fibrillare denso. Per ultimo troviamo l’ipoderma o sottocutaneo costituito, invece, da tessuto connettivo fibrillare lasso ed un ampia sezione di tessuto adiposo la cui quantità varia in base alla regione.

L’apparato tegumentario è inoltre sede di una serie di annessi cutanei quali ghiandole (apocrine, eccrine, mammarie, sebacee e sudoripare), unghie e peli.

Sebbene la sua capacità protettiva rappresenti un importante barriera, l’apparato tegumentario possiede precise capacità di assorbimento che consentono il passaggio di farmaci per via cutanea (transcutanea o percutanea).

Con l’aiuto delle ghiandole, l’apparato tegumentario, partecipa all’eliminazione di sostanze tossiche o in eccesso.

Attraverso la produzione e l’evaporazione partecipa alla regolazione della temperatura corporea.

La pelle è inoltre sede di innumerevoli terminazioni nervose che, determinando la sensibilità somatica, la rendono l’organo di senso più esteso.

L’apparato tegumentario è infine un importante mezzo per la comunicazione basti infatti pensare alle sofisticate capacità tattili proprie delle varie zone (volto in primis) e alla loro cooperazione muscolare, ghiandolare e vascolare quando si presentano determinati eventi o sensazioni.

Salvatore Maurizioli

Vasi sanguigni: nuova tecnica per produrli in laboratorio

Vasi Sanguigni: nuova tecnica in laboratorio
Sviluppata una nuova tecnica in grado di creare vasi sanguigni direttamente in laboratorio.

Sono stati riprodotti in laboratori tutti i tipi di cellule principali che compongono le pareti dei vasi sanguigni.

Lo studio si è svolto all’Università di Cambridge e secondo quanto rilasciato potrebbe donare alla comunità scientifica la possibilità di creare vasi sanguigni direttamente in laboratorio, strumento fondamentale per tutto ciò che è strettamente connesso con la chirurgia. Un esempio pratico potrebbe essere l’alternativa che potenzialmente rappresenterebbe verso bypass al cuore o allo stenting.

Chiaramente l’utilizzo di vasi sanguigni creati in laboratorio consentirebbe di trattare pazienti in dialisi, di fissare arterie danneggiate dopo urti o incidenti che, diversamente, porterebbero alla perdita di un arto.

Lo studio si è svolto esaminando la pelle del paziente sulla cui base poi venivano realizzati i vari modelli di cellule vascolari.

Il Dr. Sanjay Sinha, docente di Medicina nell’Università di Cambridge, ha rilasciato alla stampa: “E’ essenziale comprendere l’importanza di questo studio affinché gli anni dedicati non siano vani. Nel suo complesso rappresenta una grande evoluzione per lo sviluppo cellulare in laboratorio e la sola possibilità di creare cellule e realizzare nuovi vasi sanguigni ha già suscitato l’interesse della comunità scientifica. Vi confesso che siamo molto emozionati dalla possibilità di realizzare un’arteria artificiale in una provetta o di iniettare delle cellule staminali nel cuore per formarla direttamente al suo interno. Questa ricerca ci ha dato in mano tutti gli strumenti per realizzare tutti i diversi tipi di vasi ognuno preciso ed appropriato per ogni paziente.”

La tecnica presenta ancora un margine di errore, infatti sembrerebbe efficace nel solo 90% di coloro che hanno eseguito il test. Questi sarebbero infatti adatti alla produzione  su “scala indistruale” di vasi sanguigni.

A differenza dei precedenti tentativi che miravano alla realizzazione delle vene, la nuova tecnica non ha bisogno del plasma, generalmente viene prelevato da animali che possono contenere sostanze chimiche nocive o tossiche per l’uomo. La nuova tecnica ha pochi rischi per la salute e sempre minori sono i rischi di rigetto da parte dell’organismo.

Salvatore Maurizioli

Allarme influenza: un milione di italiani in casa

Allarme influenza: un milione di italiani in crescita
Sono un milione gli italiani colpiti dall'influenza.

Febbre, problemi intestinali e dolori articolari così si manifesta la nuova influenza che ha trattenuto in pochi giorni più di un milione di italiani sotto le coperte.

L’epidemia si sarebbe sviluppata verso Natale e Capodanno per poi salire gradualmente sino ad oggi. Più di 169.000 sono i casi sviluppati nella sola prima di settimana dell’anno. I più colpiti sono stati i bambini di età tra 0 e 4 anni la cui incidenza è pari a circa il 5,63 per mille, si sale con l’età e si scende con gli influenzati dove si conta un 3,19 per mille nei bambini di età variabile tra i 5 ed 14 anni, proseguono i numeri seppur inferiori nella fascia variabile tra 15 e 64enni con 2,77 e ancora dai 65 in su solo l’1,61. La regione che ha registrato il numero maggiore di casi è il Piemonte quella con il numero minore la Basilicata.

I dati stimati arrivano dal bollettino settimanale di Influnet, dell’Istituto Superiore di Sanità. Importante è l’invito al vaccino che Roberto Messina, presidente di FederAnziani, lancia a tutte le categorie a rischio.

Secondo le dichiarazioni rilasciate, infatti, Messina sottolinea come ”Secondo l’ultimo rapporto rilasciato  Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità la curva epidemica dell’influenza ha iniziato la sua impennata colpendo in una sola settimana ben 169 mila persone. Se si fa una considerazione comprensiva della stagione il numero dei colpiti sale ad un milione e ciò preoccupa di più è che il peggio deve ancora venire. Il picco dell’epidemia è previsto per il mese di febbraio  ed è bene premunirsi con il vaccino quanto prima.  Non e’ tardi, perché il vaccino agisce entro 10 giorni: si e’ ancora in tempo per mettersi al riparo da rischi che troppo spesso si tende a sottovalutare. Vaccinarsi può significare salvarsi la vita o prevenire pericolose complicanze. ‘Un secondo importante invito sento invece di doverlo rivolgere alle Regioni perché migliorino  la campagna di vaccinazione anti-influenzale di 30 giorni per dare modo anche ai “ritardatari” di avvalersi di questo fondamentale strumento sanitario. Ci tengo, inoltre, a ribadire con gran voce che per combattere l’influenza stagionale, una patologia ben nota e spesso troppo sottovalutata, l’unica arma valida è la vaccinazione. Non possiamo tollerare che l’efficacia di questo strumento, che può salvare una vita, sia persa solo per una questioni di superficialità”.

Salvatore Maurizioli