L’inefficacia delle diete restrittive

dieta-restrittiva“Ci vuole un fisico bestiale” recitava il titolo di una canzone di Luca Carboni…ed il nostro fisico può diventare “bestiale” in senso positivo o negativo del termine, a seconda di come ce ne prendiamo cura attraverso l’alimentazione.

L’argomento di approfondimento che desidero trattare è quello sulle diete dimagranti e fai-da-te ma allo stesso tempo drastiche, pubblicizzate dai media, da molti libri e da tantissimi “guru”.

Diversi sono i principi su cui si basano ma tutte hanno in comune gli stessi obiettivi: far perdere peso ed in modo rapido.

In questa società basata sull’immagine e che prende come esempio, modelli dal corpo scheletrico o dal fisico atletico, la prova costume è vissuta da molti con paura, angoscia e sensi di colpa. Ecco allora il fenomeno ricorrente durante i mesi di Aprile e Maggio ossia quello di affidarsi a diete squilibrate. Uno squilibrio nutrizionale dovuto sia a causa di un apporto calorico molto basso rispetto al reale fabbisogno sia per le alterate percentuali dei macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine), per riuscire a perdere quei chili di troppo in maniera rapida.

Ma tutti i sacrifici fatti, non solo sono inutili ma anche dannosi. Infatti, una volta abbandonata la dieta quando si è ottenuto il risultato desiderato, i chili persi ritorneranno e per il più delle volte con gli interessi perché un tipo di alimentazione troppo restrittiva non porta ad un risultato duraturo e sul lungo termine.

Infatti, con effetto yo-yo viene definito quello stato in cui dopo una perdita di peso molto rapida, si assiste ad un altrettanto rapido aumento di peso, alternando diete strettamente ipocaloriche e periodi di caos alimentare.

Il problema più importante a cui si và incontro è la modificazione della composizione corporea in quanto diminuisce la massa magra (metabolicamente attiva) e aumenta la massa grassa (metabolicamente inerte).

Il cambiamento della composizione percentuale di grasso e muscolo non è un aspetto da sottovalutare: infatti solo la massa metabolicamente attiva del muscolo è in grado di produrre energia bruciando calorie, mentre il contributo dato dalle riserve di grasso è molto marginale ed ininfluente. Una massa muscolare inferiore significa un metabolismo rallentato.

A seguito di continui sali e scendi dietetici, la composizione delle riserve di grasso sarà costituita da un quantitativo sempre maggiore di grassi saturi, che sono i più lenti ad essere mobilizzati: ciò significa che si farà più fatica a bruciare quel grasso.

Per quanto riguarda il muscolo, la sindrome da yo-yo comporta la sostituzione di fibre rosse con fibre bianche: mentre le prime hanno un’alta capacità di utilizzare i grassi a scopo energetico, le seconde usano preferenzialmente gli zuccheri.

Le tre conseguenze delle diete restrittive quali abbassamento del metabolismo basale, saturazione delle riserve di grasso e sostituzione di fibre bianche alle rosse nel muscolo, hanno come risultato quello di incontrare molta più difficoltà a dimagrire e maggiore propensione ad ingrassare.

Come comportarsi quando si vuole perdere qualche chilo?

– Evitare diete drasticamente ipocaloriche: restringere troppo le calorie è inutile e controproducente: vi porterà a perdere massa magra e non massa grassa.

– Evitare diete a ridotto contenuto di grassi: uno scarso apporto di lipidi determina uno stato di allerta dell’organismo, che si crede a ridosso di un digiuno e che è portato a rallentare il metabolismo.

Scegliete fonti di grasso buone: olio extravergine d’oliva usato a crudo, frutta secca, pesce fresco (tenendo in considerazione le quantità adeguate ed opportune).

– Non sottovalutare l’importanza dell’attività fisica: è indispensabile per il mantenimento della massa magra.

Esercizi mirati permettono di migliorare il quadro metabolico che consegue ad anni di “sbalzi” di peso corporeo (perdita di muscoli e di fibre rosse).

– Rivolgetevi sempre ad un professionista competente che vi affianchi nel vostro percorso di dimagrimento e soprattutto che vi insegni come fare le scelte migliori, evitando in questo modo uno “shopping terapeutico” inefficace: l’alimentazione non è un argomento tanto scontato e semplice come si è soliti credere; ci sono innumerevoli fattori da tenere in considerazione quando si stila una dieta: biochimici, ormonali, personali, psico-sociali. Per questo le diete da rivista o quelle preconfezionate sono inefficaci.

Un piano dietetico è da considerare come un abito cucito su misura diverso per ogni individuo in base alle proprie necessità e fabbisogni.

Dott.ssa Maria Chiara Armenia
Dietista specializzata in Scienze della Nutrizione Umana
28 luglio 2013

La salute comincia a tavola

alimentazioneL’argomento “sana alimentazione” è sempre più presente nelle informazioni che quotidianamente ci forniscono i mass media.
La logica conseguenza è che il nostro stato di salute attuale dipende in gran parte dal tipo di alimentazione attuata fino ad oggi e, col passare degli anni occorrerà prestare molta attenzione a questo aspetto, onde prevenire l’insorgenza di malattie. La società moderna ha profondamente cambiato le proprie abitudini, sia dal punto di vista dell’alimentazione che dello stile di vita. L’aumento del livello di stress, inquinamento, vita sedentaria, unito ad una cattiva qualità del cibo consumato velocemente e in apprestamenti inadeguati, hanno indebolito ed impoverito il nostro organismo, esponendolo al rischio di malattie e problemi che prima non erano così diffusi. L’adozione alternativa al consumo del pasto sostituito da un “buono pasto” ha modificato fortemente anche la geografia della distribuzione alimentare costituita inizialmente da mense stabili organizzate presso le comunità, sostituita poi da forniture catering e in maniera più avanzata da razioni sottovuoto e refrigerate, per essere recapitate presso comunità distanti dalla cucina di preparazione.
L’alimentazione esercita un ruolo primario nel contesto di una vita sana ed equilibrata e deve contenere tutti quegli elementi preziosi per il nostro corpo, aiutandolo a svolgere al meglio tutte le sue funzioni vitali.
Un’alimentazione si può definire equilibrata se è in grado di fornire tutti i principi nutritivi in quantità adeguate e nel rapporto migliore e soprattutto deve essere varia perché nessun alimento, preso singolarmente, è in grado di soddisfare tutte le esigenze del nostro organismo.
Infatti, una dieta equilibrata deve tener conto non solo della quantità ma anche della qualità degli alimenti, considerando i gusti, le abitudini, le possibilità economiche, il profilo etnico e culturale.
È di fondamentale importanza variare il più possibile la scelta degli alimenti per avere la sicurezza di un adeguato apporto di nutrienti, per stimolare l’appetito, soddisfare il gusto e per limitare gli eventuali rischi collegati ad un’alimentazione “monotona”.
Il corretto apporto dei nutrienti nella nostra alimentazione è una condizione estremamente importante al fine di mantenere l’efficienza del nostro organismo.
Quando si parla di dieta, non si deve guardare soltanto l’apporto calorico, poichè, anche una dieta caloricamente corretta, potrebbe rivelarsi dannosa per il nostro organismo.
Infatti, i tre principali costituenti energetici della dieta, ossia carboidrati, lipidi e proteine, devono essere somministrati secondo determinate proporzioni.
La prevalenza ora dell’uno o dell’altro componente può provocare l’insorgenza di patologie.
La razione alimentare dovrebbe essere suddivisa in più pasti giornalieri (almeno cinque), per una migliore utilizzazione degli alimenti assunti. L’abitudine abbastanza diffusa di fare solo due pasti al giorno (opulenti e con un breve intervallo di poche ore) è sintomo di una cattiva alimentazione. In particolare, non dovrebbe essere mai saltata la prima colazione.
La prima colazione dovrebbe coprire il 25% dell’energia giornaliera; è importante iniziare la giornata con un’adeguata dose di nutrienti e di energia dopo varie ore di digiuno e in previsione delle attività di lavoro e di studio che si concentrano nella mattinata.
I pasti principali dovrebbero essere intervallati da due spuntini, costituiti da un frutto o uno yogurt; si evita così di arrivare troppo “affamati” a pranzo e a cena e di eccedere poi nel cibo.
I pasti rappresentano anche un importante momento di incontro e di socializzazione; è bene quindi consumare, almeno la cena, con calma e tranquillità in compagnia dei familiari e possibilmente lontano dalla visione della televisione, che potrebbe disturbare l’assunzione del pasto con accelerazione e senza degustare o peggio ancora masticare bene l’alimento.
Per mantenere il bilancio energetico in pareggio, le calorie introdotte con i cibi devono corrispondere a quelle spese. Il mantenimento di questo bilancio può quindi essere effettuato sia controllando l’alimentazione, ossia le entrate, che incrementando l’attività fisica, cioè le uscite. La vita moderna ha invece portato da una parte ad una maggiore disponibilità di alimenti, dall’altra a una vita più sedentaria, fino dai primi anni di vita, con una preoccupante diffusione del sovrappeso, dell’obesità e di malattie croniche ad essi correlate.

Camminare ogni giorno regolarmente è un sistema semplice ed economico per aumentare l’attività fisica, comporta vari vantaggi salutari in quanto stimola la circolazione e la respirazione; previene le malattie cardiache e l’osteoporosi. L’attività fisica influenza positivamente i fattori che causano stress, ansia e depressione e costituisce un importante fattore di socializzazione e di divertimento, oltre a migliorare le capacità di apprendimento.
In conclusione, seguire un regime alimentare equilibrato non deve prefiggersi come unico obiettivo il controllo del peso ma è necessario riprogrammare la classifica di priorità per stare realmente bene quindi per raggiungere sia uno stato di benessere fisico e psichico sia per contrastare gli effetti logoranti nel tempo.

Maria Chiara Armenia
Dietista specializzata in Scienze della Nutrizione Umana
19 giugno 2013