La “Telemedicina”

Come sarà la Medicina del Futuro? Potremo trascendere davvero i limiti fisici e psico- relazionali e terapeutici tra medico e paziente? E tra farmaco e sua somministrazione o tra diagnostica ed utenza potranno esserci nuove modalità di esecuzione dei protocolli terapeutici magari con scambio preciso in tempi istantanei di trasmissione di parametri vitali la cui rapida acquisizione a volte può fare la differenza nel salvare la nostra ed altrui vita?

L’argomento è talmente importante e socialmente rilevante che l’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS ha coniato il termine “Telemedicina” cioè *erogazione di servizi sanitari quando la distanza è un fattore critico e per cui è necessario da parte degli operatori adoperare tecnologie informatiche e telecomunicative al fine di scambiare informazioni utili alla diagnosi e al trattamento preventivo delle malattie e per garantire  flussi di informazioni continue agli erogatori di prestazioni sanitarie supportando ricerca e valutazione della terapie e cure necessarie*.

Telemedicina quindi non intesa come nuova disciplina medica ma come nuova modalità di fare ciò da sempre espresso in termini di assistenza e di cura al cittadino_ paziente Poiché la telemedicina implica l’erogazione di una prestazione sanitaria siamo in presenza di un sistema che pone al proprio centro il paziente ed il suo stato di salute e contiene la presenza ed il coinvolgimento di operatori sanitari ai quali, con diversa attribuzione, viene demandata la gestione dell’erogazione delle stesse prestazioni. Tutto questo sarebbe irrealizzabile senza tecnologie moderne di comunicazione_ trasmissione di informazioni corrette, sicure e di qualità. La telemedicina oggi comprende una vastissima area di applicazioni e ad usufruirne possono essere diverse branche mediche dalla cardiologia alla pneumologia dall’ortopedia all’ostetricia in comunione con neurologia, oncologia, radiologia. I soggetti sanitari coinvolti in futuro saranno diverse  figure sanitarie come la guardia medica, il pronto soccorso le ambulanze ed ambulatori con le case di cura; anche aziende e centri sportivi, navi, scuole, istituti carcerari oltre che singoli pazienti potranno usufruire di tale complesso sistema. La telemedicina nasce quindi come servizio sociale di assistenza domiciliare permettendo colloqui tra specialisti distanti, stimolandone condivisione delle competenze e protocolli diagnostico-terapeutici, fornendo dell’intero sistema assistenziale la gestione infrastrutturale di dati clinici aggiornati in  tempo reale. Verranno in tal modo raggiunti obiettivi come la razionalizzazione economica nell’ impiego di risorse specialistiche e conseguente estensione territoriale delle competenze specialistiche con opportunità di formazione continua di personale medico generico e infermieristico .Un risparmio di risorse economiche in genere a carico paziente di non poco conto. La telemedicina in un futuro prossimo porterà ad una ottimizzazione delle informazioni _dati gestiti a livello applicativo finalizzata alla costituzione di banche dati centralizzate per studi epidemiologici e statistici. La maggiore uniformità del trattamento medico veicolato da un capillare. efficace supporto applicativo per la gestione di protocolli omogenei e condivisi condurrà ad una tracciabilità e monitoraggio degli eventi relativi al paziente con aumento di efficacia dei sistemi di analisi e validazione dei protocolli di trattamento utilizzati a livello locale, regionale, nazionale; miglioramento continuo del servizio offerto e supporto alla pianificazione e controllo degli investimenti effettuati e riduzione del numero dei trasferimenti di pazienti cui necessiti una consulenza identificando quei casi che richiedano cure chirurgiche o che presentino lesioni progressive e una riduzione dei rischi legati al trasporto di pazienti.

Ma una considerazione a parte la merita una innovazione tecnologica assoluta costituita dal  primo “Chip” in grado di inoculare farmaci a distanza sperimentato con successo su soggetti umani al MIT da due professori dell’istituto Robert Langer e Michael Cima. Il chip contiene capsule di farmaci impiantato nel paziente e  in grado di rilasciare sostanze medicali nei modi e nei tempi prescritti. I due medici già avevano annunciato una sperimentazione di questo tipo ma l’effettivo test risale solo al 2011 quando a sette donne tra i sessantacinque-settanta anni sono stati impiantati chips per il rilascio graduale di una medicina per combattere l’osteoporosi per circa quattro mesi. Gli sperimentatori hanno rilevato che gli impianti si sono rivelati affidabili ed alcuni pazienti hanno persino dimenticato la percezione di averli Il chip_farmaco_selettivo_iniettivo rappresenterà una innovazione utile in primis per trattamenti di condizioni croniche con necessità di terapie iniettive circadiane dove la adesione e il rispetto del trattamento è molto importante in molti regimi farmacologici a volte assai  difficile da fare accettare ai pazienti non inclini alle terapie iniettive appunto e gli sperimentatori come il Prof. Cima vedono nel nuovo chip una risoluzione completa nell’automatismo dei trattamenti valutando che i vantaggi dell’innovazione saranno enormi e favoriranno l’ingresso di una nuova era. Il collega Langer ci dice che con l’utilizzo dei chips in telemedicina si potranno controllare a distanza somministrazioni farmaceutiche veicolandole secondo un ritmo regolare, inoculando inoltre diverse sostanze terapeutiche con maggiore esattezza di dosaggio rispetto alle iniezioni in modalità standard .Rischi per la sicurezza? Come ogni trasmissione dati sarà necessario proteggere in modo efficace e sicuro il sistema da remoto per eventuali malfunzionamenti o da azioni di “intruders” che potrebbero procurare sospensioni anomale dei trattamenti e possibili inoculazioni non volute di farmaci. La Telemedicina quindi come ogni nuova scoperta_innovazione andrà quindi sempre e con costanza evolutiva e nella ricerca medica, approfondita ponderata, studiata, migliorata, protetta.

Dott.FKT Francesco Alessandro Squillino

 

Ozono: O3

Quando dopo un temporale, magari accompagnato da fulmini e lampi, il nostro respiro viene gratificato dalla meravigliosa sensazione olfattiva di percepire un aria più pulita e frizzante per così dire spesso ci siamo chiesti il perché di tanta gradevole e sana veicolazione di aereo benessere. L’allegro responsabile di tale speciale evento è la produzione e l’innalzamento della percentuale nell’aria di Ozono.
L’ozono, O3 per gli addetti ai lavori è una molecola costituita da  tre atomi di ossigeno negativamente caricati. La molecola dell’ozono è peraltro caratterizzata da grande  instabilità e breve tempo di dimezzamento e che degenera nella sua forma originale dopo un istante seguendo  il  meccanismo di reazione 2O3 -> 3O2. Una molecola di ozono è quindi  una molecola di ossigeno che ha ricevuto un atomo di ossigeno supplementare per effetto di un’alta tensione elettrica. L’ozono è prodotto naturalmente anche per varie reazioni chimiche, la più nota delle quali, riguarda i raggi ultravioletti emessi  dal sole.  Meno nota di contro è la cognizione che l’ozono può essere prodotto anche artificialmente per essere utilmente impiegato per esempio nella bonifica idrica dell’acqua.
L’ozono è uno degli ossidanti noti più energici in natura e può essere impiegato per bruciare tecnicamente i composti dissolti  per ossidazione e il radicale di ossigeno supplementare in una molecola di ozono si lega rapidamente ad ogni componente con cui entra in contatto ;questo per deriva di instabilità dell’ozono e dalla sua inclinazione a ritornare alla sua forma originale. Le sostanze organiche ed inorganiche possono essere quindi  trattate ed ossidate  con ozono così come microorganismi, virus, batteri e funghi ricavandone una radicale disinfezione.
L’ozono applicato nella depurazione dell’acqua potabile e delle acque reflue come applicazione industriale aumenta oggi in modo esponenziale, in comunione con l’industria alimentare, con l’impiego per la disinfezione generale e nella  industria tessile per la  rimozione dei pigmenti e coloranti. L’ozono ha un carattere chimico fisico puro ossidando nella sua azione  le sostanze con rara formazione di sottoprodotti. Ma è la sua applicazione  straordinaria per uso medicale e prodotto estemporaneamente al momento da appositi macchinari e rivelare la sua preziosa serie di vantaggi  a patto di utilizzarlo, essendo un gas molto instabile e reattivo, immediatamente dopo il prelievo.
Meglio in via cautelare comunque evitare la sua  dispersione  nell’ambiente terapeutico perché è un gas irritante e dall’odore pungente, caratteristico. La metodica terapeutica con utilizzo di ozono ormai consolidata da anni di esperienza clinico-scientifica e diffusa in numerosi paesi, consente in un’elevata percentuale di casi di risolvere o perlomeno di migliorar con notevoli benefici personali e sociali, numerose patologie, altrimenti fortemente invalidanti. La liste delle patologie in cui è indicata l’ossigeno-ozonoterapia è davvero lunga ed articolata e contempla l’ortopedia e traumatologia, la reumatologia, la cura dell’artrosi e delle forme artritiche  comprese le artriti in forma reumatoide e psoriasica, le tendiniti  con annesse epicondiliti, epitrocleiti, sindromi del tunnel carpale, discopatie sia cervicali che lombari, le cervicobrachialgie e le  lombo sciatalgie .Inoltre l’applicazione e l’utilizzo medico terapeutico dell’ozono trova impiego assai efficace e validato nei disturbi della circolazione arteriosa, venosa e linfatica così come nelle vasculopatie periferiche di origine venosa e arteriosa  e postumi da flebite; seguono inoltre campi applicativi nella insufficienza venosa periferica e nella micro angiopatia diabetica e nel trattamento delle ulcere periferiche su base vascolare e dismetabolica e nel linfedema. Neurologicamente vi sono notevoli  possibilità di trattamento con ozono  in relazione alle molte delle  patologie che vanno  dai disturbi della memoria  fino agli esiti di ischemia cerebrale o nelle sclerosi a placche e seguendo ancora  nelle cefalee di varia natura sia su  base tensiva che vascolare). In Geriatria  vengono trattate con ozono terapia sia  le manifestazioni  dovute alla senescenza con caduta della efficienza mentale e fisica che nel  trattamento coadiuvante del  morbo di Alzheimer  e del Parkinson così come nell’otosclerosi  e nelle retinopatie sia a sfondo vascolare e dismetabolica o nella retinopatia maculare, degenerazione maculare senile. In medicina interna e d’organo poi l’ozono rivela molta della sua efficienza e versatilità di impiego terapeutico. Vi sono protocolli oggi impiegati  in medicina specialistica con utilizzo di  ozono  nelle  epatopatie, nelle turbe della funzionalità epatica, nelle epatiti  ed affezioni dell’apparato gastrointestinale con il lungo elenco delle gastriti, duodeniti, coliti e sindromi del colon irritabile e morbo  di Crohn. In urologia i trattamenti con l’ozono sono riferiti con successo di impiego e ricerca  nei riguardi dell’apparato genito urinario con le sue  cistiti ricorrenti e vaginiti. Per affinità  elettive con i processi  naturali di ossigenazione biochimica cellulare e tissutale le malattie dermatologiche come l’herpes simplex e zoster e gli eczemi acuti e cronici dermatiti da contatto, acne, psoriasi, micosi  e le patologie allergiche con disordini metabolici ottengono innegabili benefici dai trattamenti ozonizzanti. Seguono ancora i trattamenti per la cura e riduzione nell’ipercolesterolemia e nell’iperglicemia con le loro complicanze; anche negli stati di deficienza immunitaria e nelle patologie autoimmuni  così come nelle  astenie su base funzionale e organica e per il  sostegno ai pazienti neoplastici con o senza metastasi  con azione palliativa l’ozono risulta un prezioso alleato del medico e dello specialista.
A quanto oggi noto le applicazioni di ossigeno-ozono sono assolutamente innocue e prive di effetti collaterali ossigeno e non presentano in linea di massima controindicazioni rientrando nell’ambito della perfetta sinergia tra medicina ufficiale e medicina naturale. Le modalità di applicazione vanno dalle infiltrazioni peri e intrarticolari alle insufflazioni  endo- rettali –vescicali e vaginali .Siamo quindi come riferito dai medici in presenza di una  tecnica dolce che sfrutta le potenzialità dell’ozono combinato con l’ossigeno per stimolare e aumentare i meccanismi di protezione nei confronti della produzione di radicali liberi determinandone inoltre una riduzione e delle sostanze tossiche a livello cellulare.
Questa naturale serie di vantaggi si ottiene così  utilizzando una miscela composta per il 99.99997% da ossigeno e dal 0,00003% da ozono. Non possiamo in ultima analisi dimenticare che il nostro ormai “amico ozono” è utilissimo nella  attivazione della circolazione  per  tutti i tessuti favorendo il rilascio di ossigeno agli e negli stessi tessuti svolgendo così diverse azioni dall’analgesica, all’antinfiammatoria a seguire antivirale ed antibatterica, antimicotica ed immunomodulante stimolando la rigenerazione tissutale. Rivolgendo quindi in conclusione uno sguardo grato al cielo azzurro dopo il famoso temporale che ha dato il via a questa serie di speriamo utili e preziose considerazioni  non possiamo fare a meno di essere grati all’ennesimo dono oggi rivelatosi prezioso e che in fin dei conti ha la consistenza della preziosa miscela aerea che anima il nostro stesso vitale respiro.
Francesco Alessandro Squillino

The Invisibility

Esiste una dualità ricorrente e costante equilibrata contrapposizione in termini nella storia dell’uomo espressa dalle duplicità esistenti tra elementi fondanti ed archetipi come il Mito e la Leggenda, Scienza e Fantascienza, Futuro e Futuribile, Fantasia e Realtà. Questi fondanti costituenti  principi per uno strano destino universale collettivo ed inconscio sono poi nei millenni risultati naturali mediatori e necessari  propulsori della libera espressione della  creatività umana offrendo così la possibilità di trascendere alcuni dei limiti imposti dalla realtà conosciuta e verificabile. Uno di questi limiti da superare ad esempio è sempre stato la ricerca della “Invisibilità. Inutile affermare che il vero possesso di questa fantastica dote avrebbe di certo un seguito di applicazioni davvero inimmaginabili. Nella finzione scenica dell’Uomo Invisibile,film del 1933 prodotta dalla Universal Pictures,diretto da James Whale,tratto dall’omonimo romanzo fantascientifico di H.G.Wells tutto questo appariva possibile,realizzabile. Ma come Jules Verne aveva preconizzato mai dire mai. Oggi sembra quindi che un mantello che renda invisibile sia una possibile intuizione e una realizzazione possibile.

Presso l’Imperial College di Londra è stato studiato uno speciale materiale che avvolgendo una persona sembra possa nasconderne i movimenti. Il fisico venticinquenne Alberto Favaro che lavora presso il dipartimento di Fisica Imperial College enuncia che un uomo coperto da un mantello spazio-temporale sarà invisibile all’osservatore nel gesto motorio compiuto e che apparirà fermo per tutto il tempo dei movimenti compiuti. Otterremo l’invisibilità quindi manipolando la velocità della luce. Favaro ha collaborato al progetto del mantello spazio-temporale con Martin McCall,Paul Kinsler e Allan Boardman,della Salford University.Il principio enunciato è che normalmente noi vediamo un individuo o un oggetto perché la luce lo investe e viene poi riflessa;ma se manipoliamo la velocità della luce e illuminiamo l’uomo solo prima e dopo il compimento di un’azione avremo eliminato la frazione di tempo in cui ha agito. La velocità della luce che investe i materiali può essere quindi manipolata a differenza di quella nel vuoto. Lo studio inglese a cui ha partecipato Alberto Favaro è stato pubblicato sul Journal of Optics che si occupa di tutti gli aspetti della ricerca nell’ottica Esistono quindi materiali che rendono gli oggetti tridimensionalmente invisibili,detti meta-materiali che curvano le onde luminose donando l’invisibilità all’oggetto. Oggi la plasmonica,particolare branca della Fisica molto promettente per le sue applicazioni in elettronica,chimica,biologia ed informatica avanzata sembra davvero aprire davvero orizzonti impensabili.

Nella fisica della materia,il plasmone è un’eccitazione collettiva associata alle oscillazioni del plasma di elettroni contenuti in un sistema. I plasmoni si trovano già descritti dal punto di vista classico nel modello di Drude,applicazione della meccanica statistica al moto degli elettroni in un solido che offre una buona spiegazione di effetti come l’effetto Hall e la conducibilità termica. In meccanica quantistica,i plasmoni sono delle quasi-particelle derivanti dalla quantizzazione delle oscillazioni del plasma. I materiali plasmonici sono quelli in cui le eccitazioni plasmoniche hanno una significativa probabilità di essere suscitate e di vivere sufficientemente a lungo da consentire  applicazioni tecnologiche. I plasmoni di “superficie”sono poi particolari plasmoni situati in prossimità della superficie di un solido e caratterizzati da intensi campi localizzati che decadono esponenzialmente,allontanandosi dall’interfaccia metallo-ambiente e possiedono alcune importantissime proprietà,come la realizzazione di campi locali potenziati,elevata sensibilità ai cambiamenti nell’ambiente locale e capacità di concentrare energia in piccoli volumi,indipendentemente dalla lunghezza d’onda della luce eccitante. In particolare, i plasmoni di superficie cosiddetti “acustici”scoperti nel 2007 da Mario Rocca, Luca Vattuone e Letizia Savio dell’Università di Genova,con altri scienziati inglesi e spagnoli con  ricerca pubblicata su Nature hanno la proprietà di poter essere eccitati con qualsiasi lunghezza d’onda.

I plasmoni acustici consentono di realizzare materiali con eccezionali proprietà ottiche per esempio lenti perfette la cui risoluzione non è limitata dalla lunghezza d’onda della luce utilizzate e che potrebbero tra l’altro,essere utilizzati per rendere un materiale “invisibile”appunto essendo capaci di deviare attorno a sé la luce senza distorsioni. Un’altra possibile applicazione è nel campo delle altissime frequenze poiché i plasmoni acustici si propagano alla stessa velocità a tutte le frequenze come la luce nel vuoto ma ad una velocità mille volte inferiore. Questa proprietà consentirebbe di convertire un segnale da ottico ad elettronico con distorsione minima,consentendo così di costruire dispositivi opto-elettronici che funzionano a frequenze molto superiori a quelle dei dispositivi elettronici attuali. Inoltre la capacità dei circuiti plasmonici di operare sotto il limite di diffrazione consentirà di realizzare circuiti opto-elettronici estremamente miniaturizzati ed efficienti. Si tratta perciò anche di una tecnologia assai promettente per la realizzazione di computer fotonici. La plasmonica è strettamente legata alle nanotecnologie e se si escludono alcuni metalli nobili,la maggior parte dei materiali plasmonici sono meta-materiali artificiali caratterizzati da nano strutture costruite per consentire accoppiamento fotone-plasmone in opto-elettronica. Grazie alle sue particolari proprietà la plasmonica trova applicazione chimico-biologica per la realizzazione di rivelatori chimici a livello delle singole molecole. Recentemente è stata dimostrata la fattibilità della realizzazione di nano_sonde_ plasmoniche per la diagnostica oncologica .La plasmonica è quindi una disciplina da considerare con molta attenzione per le promesse scientifiche in essa contenute e per gli  effetti ad ampio raggio destinate ad una vasta gamma di applicazioni tecnologiche avanzate.

Francesco Alessandro Squillino

“The Deep”…Gli Abissi

the-deep-gli-abissiGli” Oceani” veri  Universi Liquidi in continua evoluzione e distribuiti in multiforme modo e posizione geografica sul nostro Pianeta Terra, continuano a regalarci meraviglie e misteri scientifici a volte di difficile interpretazione e classificazione dimostrando di essere così ancora Vere Frontiere della nostra continua esplorazione nonostante la nostra naturale convinzione di possedere ormai una serie esaustiva di approfondite conoscenze sui meccanismi evolutivi bio-marini ed eco-sistemici.

Nel progetto denominato Census of Marine duemila scienziati provenienti da ottanta paesi del mondo hanno stilato ed approntato un nuovo programma di ricerca scientifica avanzata. Obiettivo Studiare e Catalogare le specie animali  e non solo sin ora sconosciute e che sono state evidenziate negli ultimi anni. Per quanto il nostro pianeta sembra non possa più offrire luoghi inesplorati, esistono molte località di frontiera abitate da esseri viventi che talvolta sfidano la nostra stessa immaginazione. Nelle profondità oceaniche abitano organismi ed animali la cui scoperta sembra essere improbabile ma ogni volta che a bordo di un batiscafo di profondità gli scienziati scendono a chilometri sul fondo degli oceani continuano ad avere sempre delle inattese sorprese.

Il rapporto finale confermerà a detta preliminare degli scienziati interpellati che fino ad ora sono stati identificati oltre cinquemila nuovi esseri marini viventi e sconosciuti alla scienza. Ma la considerazione stupefacente di questa ricerca e che evidenzia come l’esplorazione delle profondità marine ed abissali pur risultando solo concentrata per le poche miglia marine ritagliate ai fini della ricerca risultino così dense di nuovissime scoperte animali e di sistemi di alghe in formazioni fito_complesse. I ricercatori e gli scienziati aderenti al progetto hanno presentato delle immagini di alcuni delle creature marine scoperte tra le quali ad esempio una particolare varietà di granchi denominati Kiwaidae-Kiwaoidea singolari ed inconsueti a tal punto da postulare la creazione di una nuova famiglia di appartenenza di una classe naturale ed individuati a circa duemila metri di profondità poi battezzati con il nome di Kiwa-Hirsuta a causa della peluria biancastra di cui sono ricoperti nel corpo. Ma proseguendo nella ricerca sono state individuate dagli scienziati ancora specie animali e nuove varietà di invertebrati marini, coralli, spugne, fauna marina particolare Inoltre la generosità del mare e degli oceani offre alla progressione della scienza medica scoperte utilissime alla cura di alcune malattie.

La scoperta di una varietà particolare di spugne che sembrano produrre sostanze con proprietà anti-cancerogene ne è un perfetto esempio. Le varietà di essere viventi conosciute e studiate fino ad oggi che vivono nelle profondità degli oceani ammontano a circa duemila specie e relative sottospecie. Negli abissi si incontrano così batteri che si nutrono di metano,esseri simili ad animali preistorici, pesci che irradiano luce per cacciare e difendersi assieme a particolari capacità di produrre e trattenere forme varie di energia elettrica La Royal Institution di Londra, in collaborazione con il National Geographic che avevano già inoltre elaborato e commissionato a Jacques Perrin e Jacques Cluzaud un film di grande successo mondiale intitolato “Oceans” in collaborazione e con la consulenza del Census of Marine Life ed Encyclopedia of Life vedono rinnovare il successo indiscusso della iniziativa scientifica e culturale. In cantiere inoltre recentemente è stata varata una successiva serie di iniziative per la preparazione di un nuovo aggiornato catalogo delle specie viventi sconosciute e scoperte sponsorizzata da molti istituti di ricerca quali l’Università di Harvard in sinergia con lo Smithsonian Institute ed la Biodiversity Heritage Library

Francesco Alessandro Squillino

Letters from Cyborg and Androids

Esiste una nuova frontiera nel nostro continuo progresso tecnico-scientifico che nel tentativo di trascendere limiti ed ostacoli trae ispirazione dalle più avanzate idee e realizzazioni, analizza, separa per poi riunire nuovamente progettualmente Uomo e Macchina, alla ricerca di soluzioni utili alle persone che per i motivi più diversi hanno bisogno di un concreto aiuto e supporto nella risoluzione,nel superamento di limiti fisici presenti e di rado altrimenti superabili. È necessaria una preliminare distinzione tra due termini che oggi vengono spesso assimilati e confusi tra loro non considerandone invece la notevole differenza: “Il Cyborg e L’Androide”.

Il Cyborg è un organismo cibernetico derivante dalla mescolanza di elementi artificiali con un organismo biologico. Il termine deriva dalla contrazione delle parole Cybernetic Organism introdotto in ambito medico per la prima volta nel 1960 da Manfred e da Clynese Nathan Kline scienziati immersi nei loro studi sulla sostenibilità della vita umana in ambienti extra-gravitari, con apporto di integrazioni cibernetiche per adattare il corpo umano a nuove condizioni. Androide invece è l’essere artificiale con parvenze umane che può anche integrare elementi biologici esclusivamente finalizzati a renderlo più esteticamente simile all’essere umano. Nei laboratori cibernetici mondiali concentrati nei paesi a più alta tecnologia del pianeta da molti anni una ricerca condotta dagli scienziati più promettenti nel settore della biomeccanica applicata sperimenta e realizza progetti neurali-fisio-protesici appunto gli “Esoscheletri”. I nomi conosciuti oggi sono: Exoskeleton Walking Aid, Istituto Mihailo Pupin, Yugoslavia, Lower Extremity,Exoskeleton Bleex, Powered Lower Limb Orthosis Università del Michigan. USA Robo Knee Yobotics, Ciberdyne System Università Tsukuba Giappone Power Assisting Suit Kanagawa-Institute-Technology, Giappone, NTU_Exoskeleton, Nanyang Technological University, Singapore Wearable Walking Helper, Università, Tohoku, Giappone.

Questi i nomi conosciuti dei Sistemi Avanzati Complessi di prima derivazione sperimentale militare in questo caso provvidenziali per ipotizzare una giusta speranza per chi non riesce più a muoversi spazialmente, compiere gesti di lavoro quotidiano, interagire completamente con l’ambiente e naturalmente camminare. Apparecchiature cibernetiche, gli esoscheletri, sono frutto di altissima tecnologia e sono costituiti da speciali “strutture ossee” esterne, utilizzate anche da lavoratori specializzati che necessitano di vicariare alcune funzione motorie e di supporto strutturale o solo per posizionare e sollevare carichi pesanti. Ma la notizia davvero straordinaria con la consulenza diretta e consiglio dei portatori di handicap, proviene dai nuovi ricercatori che stanno cercando di mettere a disposizione la stessa tecnologia ai medici che si occupano di riabilitazione post-operatoria e post-traumatica.

In tal senso i ricercatori di Berkeley hanno realizzato strutture robotiche per integrare stampelle e sedia a rotelle consentendo valutando caso per caso ad esempio ai paraplegici e portatori di handicap di alzarsi autonomamente sulle proprie gambe e deambulare. Il prototipo di esoscheletro denominato “eLegs”, gambe elettroniche, è fornito di una serie di sistemi dinamici e di sensori pressori che gestiscono il movimento delle articolazioni in modo tale che la deambulazione sia il più possibile sciolta e di corretto grounding in appoggio. Dotato di una speciale batteria ricaricabile con autonomia di circa otto ore a partire dalla seconda metà del 2012, eLegs sarà disponibile nei centri di riabilitazione americani per essere ancora testato, collaudato, verificato con supervisione di personale riabilitativo specializzato in neuro-bio-meccanica.

L’esoscheletro denominato “Rex” realizzato da Rex Bionics non necessita del supporto delle stampelle e da solo sostiene il peso del corpo della persona che lo indossa lasciandole completa libertà di movimento delle mani. La risposta del Giappone è nella macchina denominata “Hal” prodotta dalla Cyberdine presentata come uno strumento pressoché definitivo per la mobility con una la tecnologia che permette al paziente di compiere praticamente tutta la gamma dei  movimenti di un uomo normale compreso alzare pesi con autonomia di batteria inferiore però a circa 3 ore. “Hal” è già sul mercato in Giappone ma ne è consentito al momento soltanto il noleggio. La tecnologia a tutt’oggi è in fase di ulteriore avanzatissimo sviluppo e molte sono le aziende che stanno sperimentando e costruendo soluzioni robotiche simili. Quello che unisce questa particolare ed avanzata  ricerca che coniuga tecnologia ed umana progressione è sicuramente quindi il desiderio di poter contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone con gravi problemi di movimento ed handicap tra i più vari e costretti da eventi traumatici, dalle malattie spinali e muscolari su di una sedia a rotelle ma che grazie alla ricerca possono oggi ragionevolmente aprirsi ad una maggiore speranza speriamo naturalmente sempre liberamente scelta e condivisa socialmente,magari fruibile da tutti e per tutti senza distinzione alcuna.

Francesco Alessandro Squillino

La CRONOgenetica 2012

Cronogenetica time line 2012
Cronogenetica 2012

Nella ricerca del non ovvio come libero ricercatore nel campo dell’umano e del naturale in tutte la sue forme ed espressioni energetiche e vitali sono approdato alla conoscenza sia pure per ora  al solo livello cognitivo descrittivo di una tecnica davvero originale e stimolante dal nome assai suggestivo:”LaCronogenetica”.L’etimologia della parola in questione affonda le sue radici in uno spazio-tempo relazionato,considerato nel costante divenire vitale ed energetico proveniente dal  passato,vissuto nel presente,proiettato nel futuro.

E’ la Cronogenetica dal greco Chronos(gr.)=Tempo e da Genetikos(gr.)=Genetes/Genitore/Generato/Generativo. Molte delle emozioni negative della nostra esistenza la rabbia ad esempio,sensi di colpa,paura tristezza,amarezza dimorano,si auto-sostengono in noi secondo,la Cronogenetica,con eventi emozionali nodali e rilevanti accaduti nella vita di un nostro avo o di un antenato che non è stato in grado di integrare ed elaborare  esperienze toccanti magari drammatiche,sostenendo esperienze ad esempio di grande esistenziale solitudine,incistata in sé e non poi trasmessa per mancanza di fiducia alle persone al tempo a lui care,incapaci forse di condividere tali negative emozioni. L’emozione negativa per la pregressa serie di eventi vissuti tenderebbero così a transitare in retaggio ai propri discendenti che rivivendo a distanza anche di molto tempo episodi similari restano fermi nell’attesa di  poter ottenere individuandole  risposte adeguate ed utili allo scioglimento dei blocchi(engrammi)acquisiti.

Di seguito in questo interessante ed affascinante universo dell’intuizione e pratica relazionale potremmo considerare che così come si ereditano tratti fisici e patologie genetiche così è possibile ricevere in patrimonio dai nostri antenati anche un imprinting emozionale. La Cronogenetica come tecnica opera quindi tentando di cancellare il pool di emozioni negative pregresse sostituendole con una maggiore positività e tranquillità permettendo così alla persona di vivere una propria esistenza con ritrovate libere personali buone emozioni La Cronogenetica è una tecnica di semi-induzione ispirata alla terapia della “Time Line” di Tad James e nasce dall’incontro del Prof. Temogim Schreiber Perotti,psicanalista clinico,chiropratico,iridologo,teologo e il Dott.Mario Grilli laureato in filosofia,tecnico_informatico,consulente etico – aziendale,cromologo,pranoterapeuta e radioestesista. La Cronogenetica quindi non utilizza l’ipnosi ma una particolare disciplina di prassi induttiva vigile con suggerimenti verbali volti a far percepire alla persona in modo o forma l’evento “causa radice” dell’emozione negativa. Ha come obiettivi principali quello di cancellare le emozioni negative,paura,rabbia, tristezza,senso di colpa, amarezza e ansia per tornare al dominio della autenticità delle proprie emozioni e successivamente elaborare obiettivi individuali di esistenza e al fine concretizzarli. La Crono genetica ha necessità piena della presenza di due operatori,uomo e donna,perché a livello inconscio sono la rappresentazione dei due aspetti generazionali,madre e padre della persona.

Il Dott. Mario Grilli con la propria compagna e consorte Domenica Nieddu hanno fondato già nel 1999 un’Associazione a Firenze di Radiestesia e Radionica tenendo molti corsi specifici ed arrivando a contare moltissimi soci. La Cronogenetica presenta i suoi risultati più clamorosi nei confronti dell’eliminazione delle emozioni  forti come rabbia ed ansia e il soggetto stesso in pochi giorni dalla seduta/e percepisce un cambiamento radicale nella sua percezione del mondo,nelle reazioni immediate con gli altri,mentre emozioni complesse come il senso di colpa, amarezza,tristezza, paura,hanno necessità  di un periodo più lungo ma alla fine confermate in un  positivo riequilibrio anche dai relazionanti esterni attorno alla persona. La tecnica della Cronogenetica inoltre ottiene maggiori e più completi risultati quando le persone di uno stesso nucleo familiare liberamente optano per un percorso di circa sei mesi per avviare un cambiamento relativo alla radice delle dinamiche interne con l’espressione di nuove possibilità lavorative ed esistenziali. Nel sito www.cronogenetica.it  davvero interessante,innovativo e ricco di spunti esistenziali volti al bene ed al benessere della persona nel 2012,la Cronogenetica a cui il ricercatore invia un grazie sentito,propone ancora una strada a sfondo tecnologico certamente ma più di ogni altra cosa sensibile,luminosa,colma di umanità.

Agisci in modo da aumentare il numero delle tue scelte!” (Heinz von Foerster)

Francesco A. Squillino

Mister Knee e la Gonartrosi

Le domande che vorremmo sentirci formulare quando un dolore o una serie di fitte intense al ginocchio, partono all’improvviso, bloccandoci il respiro, facendoci appoggiare ad un provvidenziale amico o ad un muro anonimo eccole concretizzate e formulate durante l’esame medico specialistico obbiettivo. Il Medico Specialista chiederà “quando” il dolore compare, se di sera o di mattina; se il dolore compare al mattino, attenuandosi nel corso della giornata, potrebbe trattarsi di una leggera degenerazione cartilaginea e si accentua con il passare delle ore, probabilmente siamo in presenza di patologie tendinee; inoltre se siamo stati in posizione seduta a lungo per esempio al computer o in metro, la flessione prolungata del ginocchio accentuerà il dolore a livello femoro_rotuleo per una probabile infiammazione del tendine rotuleo a livello della sua inserzione tibiale. Se di contro in posizione“in ginocchio” accusiamo un certo dolore abbinato a gonfiore evidente dopo aver battuto il ginocchio anteriormente, come spesso accade, siamo con certezza e con molta probabilità in presenza di una borsite a livello del ginocchio, conclamata. Quando poi il dolore si evidenzia per traumi recenti potrebbe trattarsi di patologie da sovraccarico funzionale con annesse problematiche tendinee_inserzionali. In persone avanti con gli anni potrebbe anche verificarsi all’improvviso una lesione meniscale anche nel sollevarsi rapidamente in posizione eretta da una  precedente posizione accosciata. Le scale o il camminare poi sono un veri e propri indicatori situazionali in varie età, nello scendere e risalire, di evidenti deformità progressive articolari a livello delle ginocchia, per non parla dei traumi acuti con le loro manifestazioni dolorose immediate e post_traumatiche.

La domanda comunque ricorrente del paziente di cui stiamo dissertando e descrivendo eziologia e patologia è cosa sia la Gonartrosi. Si tratta della più comune malattia degenerativa da usura del ginocchio. Tipica patologia della terza e quarta età consta nella perdita dello strato cartilagineo di rivestimento interno del  ginocchio con  esposizione della componente ossea sottostante L’aumento dell’attrito ad ogni movimento causa dolore e reazione dell’osso con incremento di produzione di osteofiti e modificazione della originale forma della superficie articolare Con il passare del tempo si ha un  peggioramento della situazione verso l’irreversibilità rendendola così ardua da trattare nei protocolli medici e fisioterapici In fase avanzata della malattia la capsula articolare si ispessisce e i muscoli si retraggono fino a determinare un ginocchio rigido o in genere semiflesso e curvo. La Gonartrosi è una patologia dell’età avanzata con manifestazioni assai evidenti,quando presenti,dopo i sessanta anni con predilezione per il sesso femminile. Il peso eccessivo del paziente gioca un ruolo importante nella progressione della malattia le cui cause più comuni sono i postumi di lesioni traumatiche articolari del ginocchio, mal-allineamenti con ginocchio varo e valgo,le instabilità dopo la rottura dei legamenti,i postumi di interventi all’interno del ginocchio. I sintomi tipici sono il dolore locale, quando si cammina ma anche a riposo, il rigonfiamento del ginocchio, la comparsa di cisti posteriori dette cisti di Backer, la zoppia nelle fasi evolute, deformità e perdita di movimento. La diagnostica oltre che l’esame obiettivo risulta fondamentale come ad esempio le radiografie del ginocchio in due proiezioni standard e sotto carico. Osserveremo così riduzione della rima articolare ed’addensamento dell’osso sub-condrale. Le forme assai iniziali e precoci possono trovare un temporaneo e quasi duraturo  giovamento dalla visco-supplementazione locale con una serie di tre/quattro  infiltrazioni endo-articolari con  preparati a base di acido ialuronico per migliorare la lubrificazione e nutrimento del ginocchio e delle cartilagini. I farmaci antiinfiammatori come i Fans antidolorifici hanno funzione prevalentemente sintomatica mentre gli antidolorifici riducono i disturbi non arrestando però la progressione patologica. Infiltrazioni con cortisonici somministrate con molta parsimonia risolvono rapidamente quadri infiammatori acuti, ma possono alterare strutture delicate intra-articolari. Soluzione definitiva nella gonartrosi è la via chirurgica intesa in senso correttivo o sostitutivo_protesica, con protesi di ginocchio. Occorre qui precisare che solitamente i pazienti spesso temono che inserire una protesi in un ginocchio equivalga a togliere il ginocchio stesso;invece la protesi è unicamente un rivestimento  applicato  in modo da creare una superficie regolare che ricrea la forma di un  ginocchio sano. Osteotomie sono indicate nelle artrosi dei pazienti giovani mentre le protesi di contro trovano migliore indicazioni nei pazienti più anziani o in patologie avanzate. Il risultato è quello di una risoluzione delle algie ripristinando e consentendo una ritrovata  mobilità anatomo_funzionale regolare. La fase successiva può variare dai due, tre, sei mesi con il paziente senza dolore e deambulazione corretta su fondo anche sconnesso con passo lento o in corsa.

Da oltre quindici anni ci sono state grandi evoluzioni nella natura dei materiali impiegati e nelle tecniche delicate di applicazione protesica con durata del tempo chirurgico ridotta rispetto alle prime esperienze con tempo medio di quaranta minuti e ricovero nei casi meno complessi, in pazienti giovani, ridotto a poco più di una settimana. La successiva rieducazione domiciliare dedicata  completerà l’iter terapeutico favorendo recupero e ritorno ad una vita normale. Particolare importanza oggi assume poi il protocollo riabilitativo inteso come rinforzo dei patterns muscolari specializzati nel movimento degli arti inferiori e la pratica di quella serie di movimenti ed attività riabilitative proprio-cettive a terra ed in acqua che hanno lo scopo di stabilizzare maggiormente i risultati acquisiti in precedenza. Un grande ringraziamento quindi doveroso indirizzato alle formidabili e costantemente aggiornate unità medico_specialistiche ortopediche operatorie che con il loro intervento in collaborazione con gli specialisti in fisiatria e i riabilitatori biomeccanici consentono ai pazienti il recupero di uno dei beni preziosi della persona: “Il Movimento in Libertà”.

Francesco Alessandro Squillino