Il gene dell’ottimismo

Un gruppo di ricercatori dell’Università della California di Los Angeles, tramite un articolo pubblicato in anteprima online su Proceeding of the National Academy of Sciences, ottimismohanno scoperto che alcuni tratti della personalità come l’ottimismo, l’autostima e il senso di controllo sono legati ad un gene.

Il gene in questione codifica un recettore dell’ossitocina (OXTR), un ormone che reagisce ed aumenta in risposta allo stress ed è associato a buone abilità sociali, e in una specifica posizione può presentarsi in due versioni: la variante A (adenina) e la variante G (guanina). Gli studi hanno suggerito che le persone con almeno una variante A siano più sensibili allo stress, con capacità sociali più povere e un maggior rischio di essere esposti a problemi di salute mentale. Continue reading

I neonati percepiscono la differenza tra dolore e contatto fisico dalla 35esima settimana di gestazione

IL momento in cui i bambini riescono a capire e sentire la differenza tra dolore e semplice contatto fisico si colloca a cavallo tra la 35° e la 37° settimana di gestazione. E’stato determinato da un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra, che ha pubblicato lo studio in un articolo sulla rivista Current Biology.

E’ un risultato che può essere molto importante nel trattamento e la cura di neonati prematuri, che spesso mostrano una sensibilità al dolore differente da quelle normale. Poiché un neonato non può dire esattamente quando una sollecitazione gli porta dolore o no, i ricercatori hanno esaminato le registrazioni elettroencefalografiche della loro attività cerebrale. “I bambini prematuri che hanno meno di 35 settimane hanno risposte cerebrali simili di fronte a un’esperienza tattile o dolorosa, Successivamente c’è un cambiamento graduale, piuttosto che un cambiamento improvviso, quando il cervello inizia a elaborare i due tipi di stimoli in modo distinto”, spiega Rebeccah Slater, che ha partecipato alla ricerca. Continue reading

Ritrovate delle pietre che potrebbero riscrivere la Storia

Dall’Africa Orientale sono spuntate delle antichissime pietre lavorate, che stanno mandando in confusione le idee dei paleoantropologi, si tratterebbe di utensiliutensili di manifattura avanzata e riferibili all’industria Acheuleane, datati ben 1,76 milioni di anni fa, cioè molto prima di 300.000 anni circa di quanto si pensasse fosse comparsa questa cultura attribuita finora all’Homo Erectus.

Questo ritrovamento mette anche in discussione le teorie sulle traiettorie di migrazione di questa specie di ominide, precursore dell’uomo moderno ed estinta più di 70 milioni di anni fa. La datazione degli strumenti rinvenuti a Kokiselei in Kenya, suggerisce anche che l’ominide eretto possa non essere stato il primo ad arrivare in Eurasia dal continente africano, ma che addirittura possa aver coesistito con il suo cugino più primitivo, l’Homo habilis. Continue reading

Con la PEP si può diminuire il contagio del virus HIV

Chi crede di essere stato esposto al virus HIV e di rischiarne il contagio, da oggi hanno ancora una possibilità chiamata PEP. Si tratta della Post-Exposure Prophylaxisvirus hiv, cioè profilassi post-esposizione, che viene attuata attraverso la somministrazione delle terapia antiretrovirale seguita da chi ha già subito il contagio.

Il trattamento serve ad abbattere il rischio di infezione solo se applicato nelle prime ore successivo al presunto contagio. Nella maggioranza dei casi, questo trattamento viene somministrato spesso ad operatori sanitari in seguito ad incidenti con oggetti contaminati, come un ago utilizzato per le iniezioni ai paziente o i vetri delle provette per l’analisi del sangue. A volte, ne fanno uso anche le persone comuni, principalmente nei casi di una rottura del preservativo durante il rapporto sessuale con una persona sieropositiva.  Continue reading

Un passo avanti nella ricerca di un vaccino per la Tbc

I ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York hanno pubblicato su Nature Medicine uno studio che getta le basi per lo sviluppo di un vaccino contro la tubercolosi (TBC). I primi esperimenti sono stati fatti su topi di laboratorio ed i risultati ottenuti lasciano ben sperare, i ricercatori di tutto il mondo sono a lavoro per identificare i frammenti di dna che rendono tanto pericoloso il Mycobacterium tuberculosis, la causa primaria di questa malattia delle vie respiratorie.

Infatti, questa patologia attacca gli alveoli polmonari, dove prolifera a lungo prima d’infettare tutto l’organismo con conseguenze molto spesso letali. Il gruppo dell’Albert Einstein College of Medicine, alla guida di William Jacobs, conduce da tempo esperimenti sfruttando il Mycobacterium smegmatis, un batterio simile alla forma virulenta della Tbc, ma che è in grado di uccidere solo i topi. Continue reading

Un’alga nel telefonino per batterie di lunga durata

Forse, questa nessuno se l’aspetta, ma cosa pensereste se vi dicessi che il nostro telefonino funziona grazie ad un alga? In molti si chiederanno come sia possibile, ed è alghe brunequello che sto per spiegarvi in questo articolo.

L’alginato è una molecola naturale che si nasconde nelle pareti delle alghe brune e che presto potremmo trovare nei nostri telefonini e nei computer portatili, già sfruttata in molti settori come quello farmaceutico ed alimentare. Permetterebbe, infatti, di realizzare elettrodi di nuova generazione, da utilizzare nelle batterie e renderle molto più durature limitando l’impiego di sostanze tossiche. La ricerca è stata pubblicata su Science Express, condotta da Igor Luzinov della Clemson University (Carolina del Sud) e da Gleb Yushin del Georgia Istitute of Tecnology di Atlanta. Continue reading

Le analisi del sangue potranno essere fatte con un tatuaggio

Forse, tra qualche anno, le analisi del sangue non sarà più necessario farle in ospedale, ma potrebbero bastare dei sensori sotto la pelle e avere uno smartphone. eritrocitiL’idea è venuta alla ricercatrice della Northeastern University (Usa), Heather Clark, mentre stava correndo una maratona nel Vermont. “Non avevo idea di quanto e quando bere – ha detto la Clark a Wired.com – o se, invece dell’acqua, avrei dovuto assumere sali minerali”.

Da qui l’intuizione di creare dei sensori da iniettare sotto la pelle proprio come fossero l’inchiostro di un tatuaggio, questa idea è diventata reale grazie allo studio condotti sui topi nel 2010, i cui risultati sono pubblicati sul Journal of Integrative Biology. Nello studio si parla di sensori capaci di monitorare la concentrazione sanguigna di sodio, ma in linea di principio si potrebbero controllare più sostante, scegliendo bene le molecole da mettere nel tatuaggio elettronico. Continue reading