Scoperto il Pianeta del Tesoro

Sembra una favola della Disney (o perlomeno il remake, visto che de “Il Pianeta del Tesoro” se n’è già occupata) ma è tutto vero. Stiamo parlando di “55 Cancri e”, un nome decisamente scientifico e nient’affatto fiabesco.

Nonostante le precedenti scoperte ci parlino di stelle dal cuore diamantino, a svelarci che il prezioso materiale non è un’esclusiva del pianeta Terra, questa scoperta batte tutte le altre: pare infatti, che 55 Cancri e sia coperto da uno strato di grafite, e “ripieno” di diamanti. Lavorando di fantasia, c’è già qualcuno che sta immaginando di trasformarlo in un luogo concreto da conquistare e trasformare in una cava.

Questo pianeta è conosciuto da anni, scoperto nell’omonima costellazione 55 Cancri, rivelatasi poi diamantifera. 55 Cancri è grosso due volte la Terra, e secondo i calcoli lo strato di diamante rappresenta circa un terzo della stessa; dista dal nostro pianeta circa 40 anni luce, e vortica intorno alla sua stella madre ad una velocità spropositata (18 ore per un giro completo, mentre noi ci impieghiamo 365 giorni).

UN PIANETA PIENO DI RISORSE – Sembra che non sia solo il diamante la risorsa presente su questo pianeta fortunato: sotto la superficie di grafite, andando oltre lo strato diamantino, in profondità, ci sarebbero giacimenti di altri minerali, silicio, e un nucleo di ferro fuso.

Come siamo in grado di stabilire la composizione di questo pianeta, dato che non sono possibili analisi dirette (e addirittura, nemmeno le fotografie)? Una volta constatato che nella stella madre proliferava un’ingente quantità di carbonio, si è arrivati ad ipotizzare l’influenza di questa caratteristica durante la formazione planetaria. Il diamante è formato da carbonio (così come la grafite, anche se la struttura è diversa) e indagine per indagine si è arrivati ad una conclusione: la quantità di diamante su 55 Cancri e è smisurata, così come la presenza di carburo di silicio. Uniche delusioni: il pianeta è privo di acqua ed ha una temperatura invivibile per noi, dato che supera i mille gradi centigradi.

Nonostante questo, la squadra scientifica non si arrende e punta a studiare anche gli altri quattro pianeti di 55 Cancri, seppur le loro caratteristiche – a quanto si dice –  siano già di gran lunga differenti dal “Pianeta del Tesoro”.

Brenda Lee Intignano

L’Europa prende il volo, destinazione? Marte!

Le buone notizie arrivano da Napoli,  dove è in corso il Congresso Internazionale di Astronautica (conosciuto con la sigla di IAC 2012).
Pare che la Nasa non voglia partecipare più al progetto “ExoMars”, missione di sbarco su Marte, programmata per partire nel 2013. E chi prende il suo posto?
Roskosmos, agenzia spaziale russa, ovviamente.
Dunque l’Europa avrà l’onore di andare sul più volte citato negli ultimi anni “pianeta rosso”, con o senza la Nasa a coprirle le spalle.
L’abbandono del programma da parte di quest’ultima, sarà annunciato ufficialmente dopo la presentazione del budget 2013 dell’Agenzia, davanti al Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Bene, ora sappiamo chi se ne occuperà, ma cos’è ExoMars con precisione?
ExoMars è una missione di sbarco su Marte, come abbiamo già detto, che avrà come scopo il cercare tracce di vita passata e presente direttamente sulla superficie marziana – argomento già di gran lunga trattato negli ultimi anni.
Verranno inoltre analizzate le caratteristiche del terreno di Marte e la distribuzione di acqua sulla sua superficie, nel tentativo di ricostruire una dettagliata mappatura dell’ambiente, valutando i rischi di atterraggio per altre navicelle – che andranno a fare compagnia a Curiosity, Spirit e Opportunity – o perché no, un giorno, di un fortunato (si spera) uomo.
ExoMars è in sostanza la forza vitale che sostiene i progetti “from Mars with love”, sia per quanto riguarda quelli già completati, sia per quanto riguarda il perfezionamento di mobilità sulla superficie marziana e la strumentazione di atterraggio – tecnologie i cui ultimi passi, fino ad ora, sono stati fatti da Curiosity con una complessa manovra di atterraggio completamente automatizzato durata circa sette minuti (di fiato sospeso) e una velocità di 30 metri all’ora sul terreno.
ExoMars è una missione unica nel suo genere: verrà perforato il suolo di Marte per estrarne ed analizzarne dei campioni.
Tutto questo, senza l’aiuto di mamma Nasa?
Jean-Jacques Dordain, Direttore Generale dell’Esa (European Space Agency) ha dichiarato che prendere il volo senza il supporto americano ha lasciato l’Europa in una situazione difficile, ma non impossibile.
All’Esa ora restano due opzioni: proseguire da sola accontentandosi delle briciole (dati i problemi di budget) o cooperare con la Russia – che sembra disponibile, ma non ci sono certezze ufficiali.
C’è giusto un piccolo buco di 150 milioni da riempire – cosa di cui si discuterà alla conferenza ministeriale che si terrà a novembre, a Caserta.
Tra il 2016 e il 2018, comunque, ci sono buone probabilità che la bandiera blu e stellata voli verso Marte.

Brenda Lee Intignano

L’Uomo e il Falcone

Vedere uomini e rapaci insieme è un’esperienza che non tutti possono vantare di aver vissuto.  La Falconeria è un’arte da secoli praticata in Italia, seppur caduta nel dimenticatoio per i più, con l’arrivo delle armi da fuoco, e la loro – relativamente – più semplice reperibilità.

Gli esordi della Falconeria affondano le loro radici in un punto imprecisato della storia, e non è nemmeno possibile posizionare correttamente la nascita di quest’arte a livello geografico. Le prime testimonianze, ci portano in Oriente dove gli “uccelli da preda” (in inglese ancora oggi chiamati “birds of prey”) servivano l’uomo durante le sessioni di caccia. La Falconeria in sé, testimonia la civilizzazione dell’uomo di una volta, poiché solo con grande pazienza, passione, attenzione e sensibilità si può arrivare a capire un falco, a venire incontro alle sue esigenze, a comprenderne la difficile anatomia e il carattere – sempre libero e selvaggio, anche se affiancato fedelmente ad un uomo. Grazie a queste doti, un uomo può diventare un falconiere.

I territori dell’Estremo Oriente e del Medio Oriente, caratterizzati dalle vaste steppe asiatiche, i deserti, le montagne quasi prive di vegetazione e le grandi pianure, sono adatti all’esercitazione nel volo con falchi e falconi.
Grazie alla civilizzazione islamica, la Falconeria è arrivata infine in Europa, dove ha conosciuto il suo periodo d’oro durante il Medioevo. La Falconeria era certamente praticata in Cina e Giappone, dove si hanno testimonianze di importazioni di falchi dalla Corea. In Europa, si hanno inoltre le prime sessioni di caccia di “basso volo”, con astori e sparvieri, grandi inseguitori persino tra la fitta boscaglia.

Persino Carlo Magno disse la sua sulla Falconeria, pubblicando un editto secondo il quale chi rubava un falco oltre a dover risarcire economicamente il proprietario di quest’ultimo, doveva consegnargli un falco di eguale bravura. La scelta di un rapace per la caccia o la compagnia era inoltre dettata dalla gerarchia sociale: se all’Imperatore spettava di diritto un’Aquila reale, a Duchi e Conti spettava il Falco Pellegrino femmina, più grosso e costoso del maschio; e le dame dovevano accontentarsi dello Smeriglio, di piccole dimensioni.

Nonostante la caccia fosse uno sport esclusivamente maschile, la detenzione di un rapace non era negata alle donne. E’ inspiegabile come la Falconeria al giorno d’oggi sia un’attività che in molti ignorano: nella letteratura che viene presentata persino nelle scuole, la Falconeria è più volte citata. Tra gli autori che ne hanno parlato emergono nomi come Dante Alighieri, Boccaccio, Lorenzo Il Magnifico.Il più grande sostenitore in Europa della Falconeria fu Federico II di Svevia, ereditando la passione per i falchi dal nonno Federico Barbarossa. Studiò molti trattati arabi sulla Falconeria, li mise in pratica e si decise a scriverne uno suo, uno dei più completi e scientifici.

Il trattato scritto da Federico II ha una storia parecchio intricata. La Falconeria moderna segue le tracce del “De Ars Venandi Cum Avibus” di Federico II Di Svevia,  seppur le modifiche siano state obbligatorie, visto il correre dei tempi. Ogni falconiere al giorno d’oggi ha nozioni di medicina veterinaria, si rivela un esperto di nutrizione, ha una perfetta conoscenza in merito alla custodia del rapace e la sua riproduzione, conosce ogni specie e sa accudirli, portarli al peso di volo e conosce l’habitat naturale di falchi e falconi; distingue inoltre il tipo di volo di ognuno ed è esperto nell’anatomia.

Attualmente in Italia e nel mondo ci sono moltissime associazioni dedicate alla Falconeria, le quali si rivelano anche essere allevamenti molto competenti in merito, e organizzano corsi di avvicinamento ai rapaci per grandi e piccini, organizzando rievocazioni storiche ed eventi, senza contare l’importanza dell’attività del “bird control”, essenziale per la sicurezza di aeroporti, e la tutela dell’agricoltura.
La caccia con il falco è un’arte riconosciuta come Patrimonio Intangibile dell’UNESCO in molti Paesi, è uno sport che pur essendo individuale migliora i rapporti sociali grazie all’intesa tra falconieri; inoltre avvicina l’uomo alla natura, grazie all’aiuto di cani e rapaci.

Brenda Lee Intignano

Internet fa la diagnosi, ma è il medico a dare la conferma

Se una volta il mezzo principale per ricevere notizie era il giornale o la televisione, lasciando a Internet il piacere del permettere a tutti di comunicare – anche se separati da grandi distanze – ora il web è cresciuto, trasformandosi in un vero e proprio factotum.

E’ diventato navigatore, traduttore, mercato, posto di lavoro, e persino medico di famiglia.
Grazie a Wikipedia e i numerosi siti e forum dedicati alla medicina (o creati per essere luogo di ritrovo tra persone affette dalla stessa patologia) Internet è ora colmo di descrizioni più che dettagliate su praticamente tutte le malattie o disturbi esistenti, presentando sintomatologie più o meno veritiere.

Un italiano su tre, se nota che il suo corpo ha qualcosa che non va, consulta prima il web che non il proprio medico di fiducia, spesso con il rischio di rimanere nello sconforto a causa del pessimismo che affligge la maggior parte dell’utenza che frequenta siti del genere. Non mancano mai, inoltre le risposte sarcastiche o maligne, che contribuiscono a debilitare l’umore di chi si appoggia al sostegno che le numerose comunità promettono.

Di positivo c’è che gli italiani al giorno d’oggi si informano molto per quanto riguarda la salute: la scienza fa grandi passi, e l’uomo medio cerca di stargli dietro il più possibile.
Nonostante Internet sia il primo ad essere consultato nella maggior parte dei casi come abbiamo detto, alla fine nella disputa web vs. medico la spunta quest’ultimo.

Perché? Perché è attendibile, perché è laureato, perché tutti nel vicinato ne parlano bene, perché è umano e rassicurante, e chi più ne ha più ne metta. Le persone stanno riscoprendo le gioie – e i dolori, è il caso di dirlo – del rapporto medico-paziente, rassicurante o meno che sia, a seconda dei casi, perché il dottore smentisce freddamente le diagnosi stampate da Google. Mentre Internet no, Internet sta lì zitto e snocciola nero su bianco sintomi, terapie, eziologia di ogni disturbo psichico o somatico, mettendo a dura prova i nervi di chi legge. E, come quando si parla di insetti e ci si sente le formiche addosso, il lettore – ormai nel panico – inizia ad autosuggestionarsi e sentire che in effetti sì, la testa vortica, la pelle prude, la pancia fa male.

Ma Internet almeno qualche volta, ci azzecca?
Dipende da cosa cercate. Lasciate perdere l’autodiagnosi, per carità.
Però se utilizzate il web per cercare strutture o professionisti a cui rivolgersi, prenotare visite ed esami o semplicemente per sentire le opinioni di chi ha già una diagnosi (e questa è data da un medico in carne ed ossa), allora state facendo bene. Lo scambio di informazioni non è sempre un male, chiedere consigli a qualcuno affetto da psoriasi se vedete che vi state praticamente desquamando non è un passo da escludere. Ma ricordatevi sempre che il parere di un professionista, munito di un vero titolo ed una laurea – bando quindi a indovini, massaggiatori e sciamani, tutte figure di dubbia efficacia – è essenziale alla salute, vostra e di chi vi sta intorno.

Ed infine, ricordate che prevenire è meglio di curare – periodici controlli, uno stile di vita sano ed equilibrato eviteranno dunque che possiate avere dei dubbi sulla vostra salute, esclusi ovviamente problemi di natura genetica, epidemie, funghi etc. Nel qual caso possiate riscontrare qualcosa che non funziona come dovrebbe, ricordate che Internet sarà capace solo di farvi spaventare, o peggio, farvi ignorare un problema di natura magari ben più seria.

Brenda Lee Intignano