Gli animali prevengono i terremoti?

Scritto da:
Paola Nucera
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Nei secoli si sono susseguite molte storie sulla capacità degli animali di avvertire i terremoti in anticipo rispetto all’uomo.
Le osservazioni si riferiscono ad un ampio range di specie animali, tra cui mammiferi, uccelli, rettili, pesci e insetti. Tra gli animali domestici, molti proprietari hanno riportato comportamenti inusuali, come per esempio galline che non covano più uova, mucche che non forniscono latte o api che abbandonano i loro alveari alcuni giorni o ore prima di uragani, terremoti e tsunami.
I comportamenti anomali più evidenti provengono da cani e gatti. Molti proprietari, infatti, hanno affermato di aver assistito alla stranezza nei comportamenti dei loro animali prima che la terra iniziasse a tremare, con ripetuti guaiti e latrati senza una ragione apparente o mostrando segni di nervosismo e irrequietezza.

La convinzione che gli animali avvertano preventivamente i terremoti potrebbe essersi originata nell’antica Grecia nel 373 a.C., quando, secondo un antico documento, animali come ratti, donnole e serpenti abbandonarono in massa la città di Helice alcuni giorni prima di un terremoto devastante.
In anni recenti, persistono testimonianze dello strano comportamento degli animali prima di disastri naturali e il fenomeno continua ad incuriosire l’uomo, senza che egli sia riuscito ancora a trovare un fondamento scientifico o una spiegazione concreta del fenomeno.

I Paesi che hanno maggiormente insistito sull’esplorazione del comportamento animale legato alla previsione dei terremoti sono la Cina e il Giappone: gli studiosi cinesi sono arrivati alla conclusione, però, che non tutti i terremoti causano un comportamento anomalo negli animali.
Il Giappone è uno dei paesi più famosi al mondo per la predisposizione ai terremoti: qui, la devastazione ha causato numerose vittime e ingenti danni ai beni.
I ricercatori giapponesi hanno studiato a lungo il comportamento animale, nella speranza di scoprire se essi fossero in grado di avvertire preventivamente le scosse sismiche della Terra e inserire questi segnali in un sistema di allarme generale per la previsione dei terremoti.

L’irrequietezza, i richiami vocali, l’agitazione e l’eccitazione sembrano essere le osservazioni più ricorrenti: molte persone denunciano la scomparsa del proprio animale domestico diversi minuti o giorni prima degli eventi sismici. Questi dati fanno discutere sulla possibilità che alcuni animali posseggano una sensibilità particolare ai segnali precursori dei terremoti, ma le testimonianze di questo fenomeno scientificamente attendibili sono poche: spesso si parla di semplici aneddoti riportati e catalogati come folklore e cosa avvertano precisamente gli animali continua a rimanere un mistero.
È un dato scientifico che animali particolarmente sensibili siano in grado di percepire le vibrazioni geologiche prima dell’uomo o, secondo altre teorie, i cambiamenti elettromagnetici o della pressione atmosferica, ma non esistono prove che tale sensibilità sia la vera responsabile del comportamento anomalo prima delle catastrofi. I sismologi sono molto scettici su questo argomento, così come sulla possibilità che i terremoti possano essere previsti. Ad oggi, i terremoti, infatti, sono considerati eventi improvvisi e i sismologi non hanno modo di conoscere esattamente quando e dove avverrà il prossimo.
Secondo la United States Geological Survey (USGS), l’agenzia governativa che fornisce informazioni scientifiche sulla Terra, non è mai stata fatta una connessione ripetibile tra uno specifico comportamento e l’evenienza di un terremoto. Andy Micheal, geofisico della USGS, sostiene che gli animali rispondono a così tanti stimoli, come la fame, la protezione del territorio, l’accoppiamento, i predatori, che è molto difficile controllare le variabili che determinano il segnale di allarme prima dell’evento disastroso. Negli anni ’70 l’USGS ha condotto diversi studi sulla previsione animale, ma secondo il geofisico non è stato possibile ricavarne alcun dato concreto, tant’è che da quel momento l’agenzia governativa non ha condotto ulteriori studi.

Esistono, d’altra parte, esempi in cui le autorità hanno previsto con successo un devastante terremoto basandosi in parte sull’osservazione di comportamenti inconsueti negli animali.
Nel 1975 le autorità cinesi ordinarono l’evacuazione della città di Haicheng, dove vivevano un milione di persone, solo alcuni giorni prima di un terremoto di magnitudo 7.3; solo una minima parte della popolazione fu ferita o perì durante l’evento. Se la città non fosse stata evacuata, si stima che i morti e i feriti avrebbero superato le 150.000 vittime.

Tra gli studi più recenti, vi è quello dei ricercatori del Dipartimento di Geologia dell’Università della California che si sono chiesti se un sistema di previsione dei terremoti potesse essere basato sul comportamento animale. Essi hanno raccolto i dati pubblicati nella sezione “Animali dispersi e ritrovati” sul giornale San Jose Mercury News e li hanno messi in relazione ai 224 terremoti, di magnitudo almeno 2.5, verificatisi in un arco di tempo di tre anni (1983-1985) nell’area di San Francisco. Per decine di anni, infatti, era stata avanzata l’ipotesi che nell’area a sud della baia di San Francisco, ogni qualvolta la sezione del giornale pubblicava un numero straordinariamente crescente di gatti e cani dispersi e ritrovati, aumentava la probabilità che si verificasse un nuovo terremoto; questa ipotesi si basava sull’idea che gli animali domestici che lasciano la propria casa, un posto normalmente sicuro e comodo, fuggivano a causa di un disturbo o pericolo proprio prima del terremoto.
Il motivo più probabile che disturba il comportamento normale dell’animale potrebbe essere un fenomeno elettromagnetico. Sappiamo che altri animali sono già in grado di utilizzare questo genere di informazioni: i piccioni e le oche si orientano con il campo magnetico terrestre usando piccoli cristalli di magnetite all’interno di organi di senso collocati nel capo e anche alcuni batteri, i tonni e i salmoni possiedono simili cristalli di magnetite. L’ipotesi del comportamento animale, verificata nello studio dei ricercatori californiani, era basata sull’assunto che cani e gatti potessero avvertire disturbi magnetici precursori del terremoto da sette a dieci giorni prima dell’evento.
I ricercatori hanno applicato test statistici sui dati a disposizione, ma non hanno trovato alcuna correlazione temporale positiva tra il numero di animali persi/trovati e gli eventi sismici dell’area in quegli anni.
Lo studio ha suggerito, dunque, che non è possibile costruire un sistema di previsione di terremoti basato su questo tipo di dati, ma sono necessarie ricerche fondate su prove più accurate e ipotesi più caute.
Nuove ipotesi potrebbero affrontare il problema da un diverso punto di vista e riuscire a trovare la giusta strada per utilizzare i dati relativi al comportamento animale, già utili in molti altri campi; di certo, è importante continuare a tentare di realizzare un valido sistema di prevenzione che possa mettere in allerta preventivamente la popolazione e salvare numerose vite.

Paola Nucera