Scoperta una lenta subsidenza della crosta terrestre sotto il Delta del Mississippi

Scritto da:
Leonardo Debbia
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Veduta aerea di Delacroix, Louisiana, per la maggior parte abbandonata per la crescita del livello del mare e la perdita di zone umide costiere.

La crosta terrestre sotto il delta del Mississippi affonda ad un ritmo molto più lento di quanto era stato calcolato. Questo è uno dei risultati della relazione geologica pubblicata i primi di aprile di quest’anno sulla rivista Earth and Planetary Science Letters. I ricercatori hanno tratto le loro conclusioni confrontando dettagliate ricostruzioni del livello del mare in diverse zone delle coste della Louisiana.

Il Delta del Mississippi si colloca allo sbocco naturale sul mare della sterminata pianura che si allunga in senso meridiano per centinaia di chilometri tra la regione dei Grandi Laghi a Nord, le Montagne Rocciose ad Ovest e i Monti Appalachi a Est, copre metà dei territori degli Stati dell’Alabama, della Georgia e del Mississippi e comprende il corso del fiume fino alla grande foce, nel Golfo del Messico. I depositi alluvionali recenti compaiono in spessi strati solo nel tratto inferiore del fiume, che sfocia su una linea di costa bassa, sabbiosa e paludosa, orlata di lagune e interrotta dalla costante e veloce avanzata del delta dello stesso Mississippi. Fa da cornice ad Est, la penisola della Florida, lo stato più meridionale degli Stati Uniti, antico tavolato in massima parte ricoperto da sedimenti calcarei che, con i suoi oltre 155mila Km quadrati ed una altitudine inferiore ai 105 metri s.l.m., si allunga in mare a dividere le acque atlantiche da quelle del Golfo del Messico.

Immagine satellitare del Delta del Mississippi. Il vecchio apparato deltizio inattivo (verso terra) è un tipico esempio di “delta lobato”.

“I risultati del nostro studio dimostrano il valore della ricerca sui vari aspetti della dinamica del sistema Terra durante lunghi periodi di tempo”, dice Thomas Baerwald, direttore del programma di Geografia e Scienze Spaziali del National Science Foundation (NSF) di Arlington, Virginia. “Abbiamo ottenuto nuove preziose informazioni sui fattori che influenzano le coste e le altre località dell’area del Golfo del Messico, sia attualmente che per il futuro”, afferma Baerwald. “Si è dimostrato che il basamento su cui poggia il Delta del Mississippi, compresa l’area di New Orleans, negli ultimi 7000 anni si è abbassato di circa due centimetri e mezzo per secolo, impiegando tempi più brevi rispetto all’area più stabile del sud-ovest della Louisiana” dice il co-autore dello studio, Torbjorn Tonrqvist, della Tulane University di New Orleans, Louisiana. Già nel 2008 Tonrqvist aveva osservato l’abbassamento del Delta e aveva già allora ritenuto che questo affondamento fosse limitato alla parte superiore dei sedimenti, mentre il basamento sottostante si manteneva molto più stabile. Lo sprofondamento era da attribuirsi, secondo Tornqvist, alla natura spugnosa dei depositi superficiali che, compattandosi, tendevano ad abbassarsi, favorendo in tal modo l’innalzamento del livello del mare.

Immagine del ramo attivo del delta del Mississippi, tipico esempio di “delta digitato”, in un ambiente con scarsa energia marina.

“Altri studi hanno ipotizzato che la subsidenza delle coste della Louisiana fosse il risultato di processi molto più profondi all’interno della crosta terrestre al di sotto del Delta del Mississippi e sia stata almeno trenta volte più veloce a causa del peso derivato dal rapido accumulo di sedimenti nel delta” dice Tornqvist. “Ritengo invece più plausibile che il fattore principale sia da ricercarsi nella compattazione che spreme via l’acqua dai sedimenti, li porta ad una rapida diminuzione di volume e provoca la subsidenza della superficie terrestre”. La differenza della velocità di subsidenza è comunque molto più bassa di quanto era stato stimato.

Per quanto riguarda le grandi strutture come i sistemi di difesa delle coste, queste potrebbero risultare relativamente stabili, a condizione che siano ancorate, attraverso i depositi molli superficiali, al basamento solido sottostante, ad una profondità di 60-80 metri sotto la superficie terrestre. Infatti, quanto più vicini alla superficie terrestre si vengono a depositare i sedimenti ricchi di acque, tanto più rapidamente sprofondano.
Tuttavia lo studio fornisce anche notizie più deludenti. “Queste velocità di subsidenza sono piccole rispetto alla velocità con cui cresce attualmente il livello del mare lungo la fascia costiera che va dalla Florida fino al Texas orientale”, dice Tornqvist. “La velocità di innalzamento del mare nel XX secolo in questa regione è stato cinque volte superiore rispetto al millennio pre-industriale, come risultato dell’interazione uomo-cambiamenti climatici indotta dall’attività antropica”.  Il livello del mare è aumentato di più di otto centimetri durante il secolo passato. “Guardando ai prossimi cento anni, la nostra preoccupazione principale è la continua accelerazione dell’innalzamento del livello del mare a causa del riscaldamento globale, che può calcolarsi arrivare fino ad otto-tredici centimetri”, afferma Tornqvist.

Leonardo Debbia