L’inganno

Scritto da:
Paola Pinto
Durata:
1 minuto

In amore e in guerra tutto è permesso.
Mentire, ingannare, dissimulare, tutto può essere considerato lecito. E lo è, se la guerra di cui parliamo è l’estenuante, interminabile lotta che ogni essere vivente quotidianamente ingaggia per sopravvivere. Deve essere proprio della stessa opinione la delicata Maculinea rebeli, piccola farfalla della famiglia dei Lycaenidae. Questi graziosi esemplari, che sfoggiano una meravigliosa e sgargiante colorazione blu, hanno messo in atto un sistema davvero ingegnoso per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza in un momento estremamente delicato per loro, in cui assistono alla rarefazione del loro habitat, oggi circoscritto a pochi prati di zone montuose, in alcune regioni dell’Europa.

Peccato che, però, il tutto avvenga ai danni di un’ignara colonia di formiche della specie Myrmica shencki. I bruchi della specie Maculinea rebeli, all’inizio del loro ciclo vitale, si nutrono di foglie di timo, e fin qui nulla di strano. Ma passata la terza muta, si lasciano cadere al suolo. Immobili, cominciano a produrre sostanze chimiche, per mezzo delle quali vengono scambiate dalle M.shencki per una di loro e così introdotte all’interno del formicaio. Davvero abile questa piccola farfalla. Ma l’inganno non finisce, anzi, questo è solo l’inizio.

Infatti una volta dentro il nido, il bruco depone le armi chimiche, per impugnare quelle acustiche. Recentissimi studi dei ricercatori dell’Università di Torino in collaborazione con ricercatori britannici (dell’Università di Oxford e del Centre of Ecology & Hydrology) hanno appunto evidenziato che la larva di M. rebeli è capace di imitare i suoni emessi dalle formiche. Questi sono stati registrati mediante un particolare microfono e dal loro esame si è scoperto che le larve emettono l’identico suono prodotto dalla formica regina, per indurre le operaie della propria colonia a procurarle cibo e protezione. In un certo senso si può affermare che siamo di fronte ad un esempio di mimetismo, di tipo acustico. Grazie a questo inganno, i bruchi della M. rebeli vengono accuditi direttamente dalle operaie di Myrmica, le quali provvedono al loro nutrimento per trofallassi, cioè rigurgitando il nutrimento come farebbero per le larve della loro stessa specie, oppure offrendo loro le uova. Le condizioni che si vengono a creare per gli esemplari della Maculinea rebeli sono, a dir poco, ottimali, e in questo stato di cose trascorrono tra gli undici e i dodici mesi, durante i quali acquistano il 98% del loro peso. Una volta raggiunte le dimensioni necessarie, saranno sempre le operaie ad occuparsi del trasporto dei bruchi, giunti a maturazione, nella parte alta del formicaio. Da qui celermente si allontaneranno per impuparsi.

Questo tipo di artificio sonoro, fino ad ora fortemente sottovalutato, è invece, come evidenziato dai ricercatori, un infallibile sistema per introdursi in un colonia. A sostegno di tale teoria, gli stessi ricercatori hanno riscontrato che la simulazione acustica viene utilizzata da ben diecimila specie di mirmecofili. Con il termine “mirmecofilia” viene indicata la tendenza di animali, ma anche di alcune piante, di instaurare rapporti simbiotici con le formiche.

Nel caso della nostra piccola farfalla blu è più corretto parlare di parassitismo, che è pur sempre una forma di simbiosi, ma, in questo caso, a trarne vantaggio è solo il parassita, a svantaggio della specie ospite. Questo aspetto del parassitismo emerge prepotentemente nella relazione tra la farfalla M. rebeli e la formica M. shencki. Infatti, in caso di un disturbo dall’esterno o di mancanza di cibo, le formiche privilegiano i parassiti, arrivando a compiere l’estremo gesto di sacrificare la propria prole pur di nutrire i bruchi.

Povere formiche, mi vien da dire…ma dopotutto, in qualche modo, bisogna pur sopravvivere!

Paola Pinto