L’evoluzione del comportamento nelle farfalle: il caso di Calpe eustrigata, la “Farfalla vampiro”

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Come l’evoluzione ha giocato un ruolo chiave nel comportamento alimentare di C. eustrigata

Calpe eustrigata, conosciuta anche con il sinonimo Calyptra eustrigata, è una farfalla notturna del sud-est asiatico che si nutre di sangue. Questa sua peculiare abitudine trofica rappresenta una rarità tra i lepidotteri, infatti, la maggior parte delle specie note di farfalla si nutre del nettare dei fiori, che estrae per mezzo di una proboscide molto lunga e sottile. Tuttavia, sono presenti anche alcuni lepidotteri che si cibano di frutta marcia e a questo proposito sono caratterizzate da una proboscide più corta e rigida che meglio si adatta a perforare la buccia dei frutti. Infine, a queste si aggiunge un gruppo esiguo di farfalle ematofaghe, ossia “vampire”, di cui fa parte C. eustrigata.

Dettaglio di Calyptra, con riferimento metrico. Credit: Walker K.

Che cosa c’è alla base di questi importanti cambiamenti nella modalità di alimentazione delle farfalle?

Perché alcune di loro sono diventare “assetate di sangue”?

Per comprendere tali variazioni è fondamentale pensare che ogni farfalla, così come qualsiasi altro essere vivente, è sottoposta a pressioni selettive nell’ambiente in cui vive e che all’aumentare della pressione selettiva si accresce di conseguenza la competizione tra gli individui. Per questo motivo se in un primo momento tutti i lepidotteri erano specializzati per prelevare il nettare dei fiori, ha tratto un immenso vantaggio chi per primo si è indirizzato verso una nicchia ecologica nuova e non satura, come ad esempio quella che permette alle farfalle di sostentarsi di frutta. Tuttavia, in breve tempo sempre più individui hanno sfruttato questa nuova possibilità, tanto che con il passare del tempo c’è stata un’ulteriore “saturazione del mercato”. Ecco, quindi, che una piccola parte di farfalle, tra cui C. eustrigata, si è orientata verso una nicchia ecologica ancora più vantaggiosa: quella che permette di ricavare il proprio sostentamento dal sangue dei mammiferi perforando il loro epidermide grazie ad una proboscide corta e robusta. Questa peculiare strategia alimentare comporta maggiori vantaggi non solo perché ad oggi le “farfalle vampiro” sono rare, ma anche perché in tal modo esse possono prelevare direttamente dal sangue le piccole quantità di sodio di cui necessitano per vivere, senza essere costrette a ricercarlo in altre fonti, come ad esempio nelle pozzanghere o nel sudore degli animali.

Ecco spiegato il motivo per cui alcune farfalle sono passate gradualmente dall’essere cercatrici di nettare, al nutrirsi di frutta, fino a diventare vere e proprie “vampire”. A tal proposito C. eustrigata è, dunque, un ottimo esempio di come l’evoluzione sia stata determinante nello sviluppo di questo peculiare comportamento alimentare, che garantisce un maggior successo adattativo e di conseguenza una maggiore probabilità di sopravvivenza.

Anita Bergamo

Bibliografia:

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Lehane M. J. (2005). The biology of blood-sucking in insects. Cambridge University Press.