La signora Darwin: dietro un grande uomo si nasconde una donna eccezionale

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Redazione
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Presente nella vita di Charles Darwin come amante, sposa, compagna di vita e consigliera, la figura di Emma Wedgwood sta sempre di più diventando centrale nell’ormai famosa vita del marito. Dietro lettere, racconti e dirette testimonianze lasciate dal naturalista inglese, si sono scoperti i ruoli che la moglie ebbe durante la sua vita. Di supporto impareggiabile nella vita coniugale e lavorativa, la saggezza di Emma racchiude in sè l’evoluzione di un’epoca e di una persona che ha saputo vivere con amore ed umiltà.  

Charles Robert Darwin è considerato una delle figure più importanti nella storia inglese. Secondo uno studio della BBC, infatti, come notorietà occupa il quarto posto tra i personaggi inglesi, dopo Winston Churchill, I. K. Brunel e Lady Diana. La motivazione di questa fama sta nell’attualità delle sue teorie, che ancora oggi offrono spunti di riflessione per studiosi di svariati campi. Dietro ai suoi successi di vita accademica, però, si nasconde una figura fondamentale nella vita privata, tanto importante da influenzarne il pensiero: Emma Wedgwood, sua moglie.

Donna di straordinaria saggezza, cultura e spessore morale, fu in grado di supportare il marito in numerosissime parti della sua vita. Tra queste, nell’ambito professionale si inscenò un vero e proprio psicodramma, in cui la fede della donna si scontrava con le idee rivoluzionarie del naturalista inglese. Tuttavia, queste venivano costantemente revisionate da Emma, che leggeva con attenzione e “piacere” i lavori che il marito le sottoponeva. Considerando che secondo Niels Eldredge (noto paleontologo Statunitense) sviluppare gli scritti comporta uno sviluppo del pensiero stesso, è dunque indubbia l’importanza che la figura di Emma Wedgwood ebbe nella vita di Charles Darwin.

1: Anne Elizabeth (Annie) Darwin, la figlia preferita la cui morte causò immenso dolore nella famiglia. (© Cambridge University Library, CUL DAR 225: 165)

Lo spessore della donna, tuttavia, va contestualizzato alla famiglia a cui apparteneva. I Wedgwood erano molto potenti (grazie all’industria delle ceramiche) e diedero ad Emma la possibilità di crescere dal punto di vista intellettuale, occasione che le donne dell’800 non avevano spesso. Con Emma, oggi, si può dunque pensare ad una vera e propria rivoluzione sociale, in cui la donna diventa importante in un contesto intellettuale di spessore. Questo fu anche garantito dal circolo di intellettuali di cui la famiglia Wedgwood amava circondarsi e dai numerosi viaggi all’estero che permetteva di far fare alle figlie. Un’influenza sociale potente, inoltre, che permise al all’or giovane naturalista di intraprendere il suo viaggio sul Beagle, convincendo il padre scettico a lasciarlo partire nel 1831.

Sebbene i due cugini si conoscessero già prima, il momento in cui si ebbe la svolta tra Emma e Charles fu quando lui tornò dal suo viaggio intorno al mondo (1836) così cambiato che riuscì a destare l’attenzione di tutti, compresa la sua futura moglie. Scrive Chiara Ceci: ” Quello che solo pochi anni prima era un giovane che non aveva ancora trovato la sua strada, era maturato, diventando un uomo di scienza con una promettente carriera davanti. Era diventato un uomo interessante. Ed anche Emma se n’era accorta.

Di certo, il processo che portò il naturalista inglese a sposarsi non fu semplice. Prima del matrimonio, infatti, Darwin si era fatto persino uno schema in cui elencava e analizzava i vantaggi (e gli svantaggi) di prendere moglie. Infine, dopo il shakespeariano “Sposarsi o non sposarsi” decise di far di Emma una vera signora e i due si unirono in quello che forse fu “il giorno più bello” (come la donna definisce nei suoi diari), ovvero martedì 29 gennaio 1839. Da quel momento, Emma Wedgwood entrò a far parte direttamente della vita privata e lavorativa del marito in cui ebbe un ruolo fondamentale.

Sicuramente lavorare in un ambiente sereno aiuta l’efficienza ed è per questo che Down House rappresentò un punto fondamentale nel successo del naturalista inglese, offrendogli la tranquillità e la serenità che ogni ipocondriaco (come Darwin) potrebbe richiedere. Altrettanto importanti furono le continue cure di Emma, che tra una lettura di romanzo ed un’altra, trovava sempre il tempo per accudire i malesseri del marito e suonare per lui il pianoforte, essendo abile musicista. Questi malesseri infatti colpivano duramente la sfera emotiva del naturalista, soprattutto quando le perdite dei figli gli facevano rinascere sensi di colpa dovuti alla autoflagellazione di una trasmissione ereditaria dei suoi malanni (data la sua vicinanza di parentela con la moglie). Nel 1851, però, la morte della figlia preferita Anne mise a dura prova anche Emma, che non si fece sfuggire l’occasione per stringere ancora di più il rapporto con Charles. Si può dire anche che all’inizio la Signora Darwin pensasse che i malesseri del marito fossero capricci, ma si dovette ricredere quando lesse il manoscritto dell’Origine delle Specie. In quel momento, infatti, capì tutti i turbamenti che sconvolgevano la mente di Charles confermandole la sua onestà intellettuale. Grazie a questa Emma era convinta che il suo sforzo nel raggiungere la verità andasse elogiato, sebbene fosse contro le sue idee religiose. Uno sforzo che sfociò anche nella fatica quotidiana per sopportare gli esperimenti che letteralmente sconvolgevano la casa, portandovi diverse tipologie di animali. Instancabile, era avvezza anche a seguire le vicende sociali del villaggio, dove non si faceva sfuggire occasione per compiere opere di bene verso il prossimo.

La calma non poteva durare a lungo e il 1858 fu l’anno che ne segnò la fine. Una lettera da un certo Alfred Russel Wallace sconvolse ancora la vita a Down House, dove la moglie si ritrovò a far fronte ad una delle crisi più importanti del marito. Come ben noto, questo giovane naturalista aveva maturato in poco tempo quello che Darwin fece nel corso di diversi anni di studi ed esperimenti. In quella lettera furono riassunte in modo impeccabile (come disse lo stesso naturalista inglese) le convinzioni di Charles. Il rischio che anni di lavoro potessero perdersi ed un’incoraggiante moglie, però, inspirarono ancora di più Charles che alla volta del 1859 si apprestava ad uscire allo scoperto con la sua opera rivoluzionaria. Tutto questo sotto il sostegno di Emma che, nonostante il figlio morente di scarlattina, trovò anche qui le energie per aiutare il marito sia psicologicamente che dal punto di vista lavorativo.

Emma Darwin, ritratto di Charles Fairfax Murray (1849–1919) (© Darwin College, University of Cambridge)

Anche dopo la pubblicazione dell’opera la vita restò turbolenta poiché l’Origine delle Specie rappresentò un terremoto nel mondo delle scienze naturali e non. Questo sisma si trasferì nella tranquillità di Down House, dove lettere e visite non finivano mai. Nonostante l’indiscutibile pazienza di Emma nel sopportare anche questa fatica, non si può negare che la scarsa volontà di Charles di partecipare alla vita sociale pubblica aiutasse in tal senso la moglie. Inoltre l’abilità della signora Darwin nel parlare lingue diverse dall’Inglese (come il Francese e il Tedesco) erano di prezioso aiuto quando venivano ospiti stranieri di un certo livello. Tra questi spicca Ernst Haeckel con cui il naturalista riuscì a mantenere un rapporto epistolare proprio grazie alla revisione delle lettere da parte di Emma. Tutte queste visite, però, non erano solo una scocciatura. Basti pensare alla moglie del mastino di Darwin, Thomas Henry Huxley, che aveva stabilito con Emma un rapporto di profonda amicizia.

La passione per la cura del prossimo non finì neanche quando morì il nipote Frank ed Emma si sentì in dovere di richiamare a Down House suo figlio, per offrirgli conforto morale e aiuto.

Sebbene tutto questo sembri destinato a finire, la signora Darwin dimostrò sempre grande carisma, anche il 19 aprile del 1882, quando sul suo diario comparve la nota più triste di tutte (“tre e mezza”) che segnò la fine della vita terrena del naturalista che cambio la nostra società. Un numero che segnava la morte di colui che aveva condiviso con lei una vita, tra idee, turbamenti e rivoluzioni.

Nonostante la sepoltura fu prevista lontano da dove la moglie aveva pianificato di condividere l’aldilà, la morte di Charles venne vissuta con relativa serenità. Infatti, Emma riuscì a mantenere i suoi forti interessi (come la lettura) e iniziare a coltivare quelli a cui aveva rinunciato a causa del marito, come la passione per il teatro.

Siamo dunque alla fine di una vita ricca di emozioni, di avvenimenti e sconvolgimenti che segnarono la figura di Emma Wedgwood, la signora Darwin, come colei che sostenne il marito in tutto e per tutto. Una figura che permea nella società dell‘800 e grida la potenza del ruolo femminile in quelli che furono i cambiamenti epocali. Il 2 ottobre del 1896 il cuore di questa donna smise di battere e, alla fine, si può dire che Darwin fece bene a sposarsi poiché, se oggi abbiamo e usiamo la teoria dell’evoluzione, si può anche dire grazie ad Emma.

Gabriele Greco

Bibliografia

Ceci, C. emmardwin.it
Ceci, C. (2016). Emma Wedgwood Darwin: Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca”.Sironi Editore, 256 pp.
Eldredge, N. (2006). Darwin. Alla scoperta dell’albero della vita., Codice Edizioni, 276 pp.