Il futuro dei rifiuti in città

Scritto da:
Massimo Gigliotti
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1 minuto

La raccolta differenziata, e dei rifiuti in genere, è da sempre un tormento per cittadini e amministrazioni. Per quanto tuttavia possa risultare sgradevole, è un compito al quale ognuno è tenuto a regalare la dovuta attenzione. Solitamente, più una cosa è sgradita e più si tende a non volerla vedere. Forse con i rifiuti è proprio questo il problema: nessuno li vuole vedere. Peccato che abbandonarli in giro oppure non prestare attenzione alla differenziata non è certo il migliore dei modi per disfarsi davvero dei rifiuti.

Le colonnine dei rifiuti di Romainville

Forse però in futuro avremo un modo per “celare” i rifiuti urbani dalle strade delle nostre città.

La soluzione arriva dal nord Europa, dove si è diffuso lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti tramite l’utilizzo di tubi sotterranei che trasportano automaticamente il differenziato all’interno dei centri di raccolta. All’interno di condomini e strade verrebbero collocate delle bocchette con apertura automatica e collocate a dei tubi sotterranei all’interno dei quali i rifiuti verrebbero compattati e spinti con l’energia pneumatica verso le zone di raccolta. In questo modo si creerebbe un vero e proprio intestino all’interno delle aree urbane. I vantaggi derivanti della raccolta sotterranea dei rifiuti tramite l’energia pneumatica sarebbero molteplici, come la diminuzione del traffico pesante, l’abbattimento delle emissioni, la riduzione dell’inquinamento acustico oltre al favorire la raccolta differenziata.

La cittadina di Romainville, a est di Parigi, ha avviato questo sistema dal 2011. Collocate a coppie di due, un centinaio di colonnine sostituiscono i ben conosciuti cassonetti: una è dedicata alla raccolta dell’umido, mentre l’altra accoglie tutti i materiali riciclabili. Una volta che le colonnine hanno raggiunto il peso massimo di contenimento dei rifiuti, i sacchetti vengono aspirati da una corrente d’aria e un elaborato sistema di tubi sotterraneo li trasporta per quattro chilometri a una velocità di 70 km/h. Giunta al collettore centrale, la spazzatura viene ulteriormente differenziata grazie a dispositivi meccanici, compattata e caricata su camion per essere trasportata, una volta al giorno, verso i centri di trattamento per i materiali riciclabili e gli inceneritori.

In altre parti d’Europa si inventano diverse strategie anche per favorire il riuso. Nel Belgio, invece di nascondere, si sta decidendo di mettere in mostra alcuni rifiuti. Si pensi a libri, alle decorazioni, agli articoli per la tavola, ai giocattoli, ai soprammobili. Maarten Heijltjes e Simon Akkaya, due laureati in Design nei Paesi Bassi e dipendenti dell’agenzia Waarmakers, hanno inventato ‘Goedzak’, un sacco della spazzatura più resistente di altri, con una parte trasparente che permette ai passanti di vedere che cosa contiene, in modo che eventualmente possono prelevare gli oggetti che gli interessano.

Quando si parla di gestione dei rifiuti in Europa, i paesi che possono considerarsi senza dubbio i più avanzati sono quelli del nord: non stupisce affatto, quindi, che il buon esempio venga dalla Danimarca la quale, già nel 2007, era il primo paese europeo per recupero energetico da rifiuti. Uno degli impianti che permette alla Danimarca di essere così virtuosa è quello di Amagerforbrænding, nella periferia di Copenaghen: in funzione dal 1970, ha acquisito, nel corso degli anni, prestazioni tali da consentire il riciclo o l’incenerimento di ben il 97% dei rifiuti prodotti nella capitale. Il calore che si genera permette di scaldare l’acqua contenuta in caldaie ad alta pressione, acqua che viene poi pompata in un sistema di depurazione in modo da abbattere le emissioni, che risultano, infatti, nettamente inferiori a quelle prodotte da un impianto a carbone. Infine, il vapore viene utilizzato per produrre energia elettrica mediante l’azionamento di una turbina, mentre il calore è sfruttato per riscaldare le abitazioni. Anche per il problema delle scorie è stata trovata una soluzione: vengono riutilizzate nei processi produttivi delle imprese di costruzione.

Massimo Gigliotti
27 ottobre 2013