Le libellule delle Alpi. Come riconoscerle, dove e quando osservarle. Matteo Elio Siesa. Blu Edizioni

Scritto da:
Andrea Bonifazi
Durata:
1 minuto

La perfezione non esiste… ma qualche volta ci si va molto vicini.
E i processi evolutivi che ci hanno (o)donato le attuali libellule hanno indubbiamente sfiorato la perfezione: piccoli jet militari con quattro ali in grado di volare così acrobaticamente che le Frecce Tricolori possono accompagnare solo. Insetti incredibili che hanno fatto la loro comparsa sulla Terra a partire dal Carbonifero, con antenati che potevano raggiungere i 70 cm di apertura alare, che oggi possono essere ammirati in diversi ambienti, ammesso che sia presente acqua dove possano deporre le uova e dove si possano sviluppare le loro larve. La loro presenza non è solo una gioia per gli occhi dei fotografi naturalistici, ha anche una grande valenza ecologica in quanto rappresentano degli impeccabili indicatori ambientali che ci permettono di conoscere lo stato di salute dell’ambiente in cui vivono. Animali così affascinanti che spesso sono apprezzati anche da chi prova un atavico odio nei confronti degli Insetti, tanto da essere quasi mitizzati e presi ad emblema di libertà e spensieratezza: non è raro, infatti, imbattersi in persone con tatuaggi o gioielli rappresentanti gli Odonati nonostante, eufimisticamente, l’Entomologia non sia propriamente la loro passione.
In tal proposito, come non citare la sintetica, ma impeccabile descrizione che fa di loro Primo Levi: “A mezz’aria si libravano libellule meravigliose, dai riflessi turchini, metallici; metallico e meccanico era anche il loro ronzio. Erano piccole macchine da guerra: a un tratto calavano come dardi su un’invisibile preda“.

La copertina del testo

Diffusissime e ammirate, le Libellule non sono tuttavia adeguatamente conosciute dal grande pubblico da un punto di vista strettamente zoologico ed ecologico anche per la scarsità di validi testi divulgativi attualmente disponibili. Una “nicchia letteraria” libera che tuttavia può essere pienamente colmata dal testo “Le libellule delle Alpi” di Matteo Elio Siesa, un biologo e dottore di ricerca in scienze naturalistiche e ambientali che ha speso tanti anni della sua vita allo studio degli Odonati; il suo libro è un turbinio di nozioni accuratissime, degne di pubblicazioni scientifiche, ma rese fruibili anche per chi non studia dettagliatamente questi Insetti.

Il manuale di riconoscimento è strutturato per poter trattare a 360 gradi l’argomento: le prime 50 pagine passano dall’inquadramento geologico e geografico della regione alpina alle strategie riproduttive e predatorie delle Libellule, passando per le fasi del loro complesso ciclo vitale e per la dettagliata descrizione morfologica delle varie parti in cui è strutturato il loro aerodinamico corpo, concludendo con una dettagliata chiave tassonomica in grado di arrivare alle famiglie.

Dopo questa lunga introduzione, iniziano le schede relative alle 89 specie osservate nei pressi della regione alpina.

Ogni scheda è un piccolo gioiello: sono presenti l’inquadramento tassonomico della specie, una mappa di presenza-assenza elaborata in GIS, le dimensioni in millimetri tanto dell’animale adulto quanto delle esuvie, i principali caratteri diagnostici che permettono il riconoscimento di specie, sottospecie e forme, accurati grafici che ci mostrano in che periodo dell’anno possiamo osservare gli adulti e le quote del loro possibile rinvenimento, il corotipo, ma anche numerose foto tanto dell’habitat tipico quanto degli esemplari, con particolare riferimento al dimorfismo sessuale e alle differenze tra sottospecie e forme di ciascuna specie.
Ce n’è per tutti i gusti!

Ma forse i numeri potranno essere più eloquenti: 750 fotografie a colori, 300 disegni di particolari morfologici, 89 cartine di distribuzione, 270 tra grafici e tabelle.

Esempio di testo

Pro: un testo meraviglioso che permette di tuffarsi nel variopinto mondo delle libellule, aiutandoci a conoscerle sotto numerosi punti di vista, svelandone ogni segreto. Un aiuto fondamentale tanto per chi si occupa per lavoro degli Odonati quanto per chi si diletta solo a fotografarli. Un manuale imprescindibile che dovrebbe trovare spazio nella libreria di qualsiasi Naturalista.

Contro: dal titolo si percepisce una certa regionalità del testo, ma è bene specificare che le specie presentate nel libro sono presenti anche all’esterno delle Alpi; il libro copre infatti tutte le specie dell’Italia continentale, che rappresentano circa il 90% delle specie italiane, e praticamente tutte le specie dell’Europa Centrale. È quindi un libro interessante anche per chi non frequenta la regione alpina.

Andrea Bonifazi