Dal frigorifero al letto

Scritto da:
Morena Lolli
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1 minuto

Il numero di bevande vendute in bottiglie di plastica è altissimo, e altissimi sono i costi, anche ecologici, dello smaltimento del PET, il materiale con cui sono fatte le bottiglie.

Una azienda Svizzera, la Christian Fischbacher, ha annunciato l’avvio di una nuova linea di produzione i cui tessuti saranno costituiti interamente di polietilene tereftalato, il PET, appunto.

L’uso dei polietileni nell’industria tessile non è una novità: il famoso Terital, ad esempio, era largamente utilizzato anche dall’industria tessile italiana, solitamente mescolato a lana o a cotone, in percentuali che variavano dal 50% al 35%.

La grossa novità è quindi che i tessuti della Azienda svizzera saranno composti interamente di PET: un vero e proprio modo di trasformare i rifiuti in risorse.

Per ottenere un metro del nuovo tessuto, occorreranno solo 4 bottiglie di plastica da due litri ed il processo produttivo sarà esso stesso sostenibile, sia per il minore utilizzo di acqua e di energia necessari, sia per la ridotta produzione di materiali di scarto.

Il tessuto prodotto, infatti, avrà una resistenza superiore a quella dei normali tessuti e, promette l’azienda, permetterà di creare morbide e resistenti lenzuola.

L’annuncio della morbidezza del tessuto così prodotto non crea stupore né scetticismo: il Pile, un altro tessuto prodotto con fibre completamente sintetiche, è ben noto sia per la sua morbidezza che per la sua resistenza,  sia per la tenuta del colore che per la sua totale irrestringibilità.

Il nuovo tessuto prodotto dalla Azienda svizzera si chiamerà Benu, il nome di una divinità dell’antico Egitto che rappresenta la resurrezione, nome di certo indovinato per un tessuto che nasce da materiale di scarto, buttato, per giungere letteralmente ad una nuova e diversa vita.

Dal frigorifero al letto: una nuova vita che, per il Benu, si preannuncia davvero comoda.

Morena Lolli
7 dicembre 2012