Biomassa tracciabile, biomassa di qualità

Scritto da:
Morena Lolli
Durata:
1 minuto

biomasseIn previsione della nascita degli impianti funzionanti a biomassa, diventa di fondamentale importanza la tracciabilità della biomassa.

La sostenibilità o gli eventuali effetti sulla salute dell’uomo sono infatti strettamente collegati alla composizione della biomassa stessa. Il Cnr Ivalsa di San Michele all’Adige ha ideato un innovativo sistema di controllo per la tracciabilità di cui sta lavorando alla messa a punto con un progetto dal nome “BiQueen-Biomasse di qualità”.

L’innovativo metodo è basato sulla spettroscopia e sui raggi X  ed è il risultato di circa due anni di ricerche condotte dall’Istituto per la Valorizzazione del legno e delle specie arboree del CNR, in collaborazione con l’Istituto dei materiali per l’elettronica ed il magnetismo del CNR, la Fondazione Bruno Kessler, il Distretto Tecnologico Trentino (Habitech), l’Università di Poznan e l’Università di Trento.

Lo studio ha messo in luce che circa il 16% di tutti i materiali a base di legno risulta contaminato da elementi oltre la soglia dei livelli massimi accettabili. Gli elementi contaminanti sono il cadmio, il cloro, il cromo, il mercurio, il piombo ed il rame.

Il 16 % del materiale legnoso non risulta quindi idoneo ad essere utilizzato come biomassa in quanto non conforme alla direttiva CE 894 del 2009 che stabilisce le soglie massime degli elementi in questione, ma il monitoraggio delle ceneri eseguito dopo aver fatto combustioni sperimentali, eseguito utilizzando la  spettroscopia del medio infrarosso (Ft-Ir) e la fluorescenza a raggi X (Ed-Xfr) ha mostrato l’assenza dei materiali contaminanti.

L’utilizzo della spettroscopia a infrarosso permette quindi di controllare i flussi di biomassa boschiva senza ricorre alla chimica tradizionale, è veloce, non distruttiva e soprattutto si tratta di una metodologia che può essere utilizzata in larga scala ed è applicabile al mercato.

Morena Lolli
21 dicembre 2012

Biomassa tracciabile, biomassa di qualità

In previsione della nascita degli impianti funzionanti a biomassa, diventa di fondamentale importanza la tracciabilità della biomassa.

La sostenibilità o gli eventuali effetti sulla salute dell’uomo sono infatti strettamente collegati alla composizione della biomassa stessa. Il Cnr Ivalsa di San Michele all’Adige ha ideato un innovativo sistema di controllo per la tracciabilità di cui sta lavorando alla messa a punto con un progetto dal nome “BiQueen-Biomasse di qualità”.

L’innovativo metodo è basato sulla spettroscopia e sui raggi X  ed è il risultato di circa due anni di ricerche condotte dall’ Istituto per la Valorizzazione del legno e delle specie arboree del CNR, in collaborazione con l’ Istituto dei materiali per l’elettronica ed il magnetismo del CNR, la Fondazione Bruno Kessler, il Distretto Tecnologico Trentino (Habitech), l’Università di Poznan e l’Università di Trento.

Lo studio ha messo in luce che circa il 16 % di tutti i materiali a base di legno risulta contaminato da elementi oltre la soglia dei livelli massimi accettabili. Gli elementi contaminanti sono il cadmio, il cloro, il cromo, il mercurio, il piombo ed il rame.

Il 16 % del materiale legnoso non risulta quindi idoneo ad essere utilizzato come biomassa in quanto non conforme alla direttiva CE 894 del 2009 che stabilisce le soglie massime degli elementi in questione, ma il monitoraggio delle ceneri eseguito dopo aver fatto combustioni sperimentali, eseguito utilizzando la  spettroscopia del medio infrarosso (Ft-Ir) e la fluorescenza a raggi X (Ed-Xfr) ha mostrato l’assenza dei materiali contaminanti.

L’utilizzo della spettroscopia a infrarosso permette quindi di controllare i flussi di biomassa boschiva senza ricorre alla chimica tradizionale, è veloce, non distruttiva e soprattutto si tratta di una metodologia che può essere utilizzata in larga scala ed è applicabile al mercato.