Meduse in Adriatico

Scritto da:
Marco Affronte
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1 minuto

A osservarle da vicino sono organismi affascinanti e misteriosi. Sembrano fatti di luce e acqua e di soffici tessuti. Unici nel loro genere, andrebbero conosciuti meglio per le loro straordinarie caratteristiche biologiche. Eppure se le incontriamo in acqua, e molto spesso capita anche molto vicino alla riva, in genere ce la battiamo a gambe levate. Sono le meduse, organismi temuti – in genere a ragione – per la loro proprietà urticante, ma accattivanti e curiosi per chi ha voglia di conoscerli meglio.

Fanno tutte parte dei Celenterati i quali prendono il loro nome dal celenteron, una cavità che costituisce il cavo digerente e che comunica verso l’esterno con un’unica apertura che è al tempo stesso bocca e ano. Questa cavità si trova al centro di un “ombrello” il quale è ornato di tentacoli, i quali spesso portano appunto le cellule urticanti.

In Adriatico ne esistono diverse specie, alcune anche di grosse dimensioni. Prima fra tutte il grosso Polmone di mare (Rhizostoma pulmo) che arriva fino a 50 cm di diametro e che si riconosce perché sul colore bianco generale, spicca il margine dell’ombrello che è invece blu intenso. Ha otto tentacoli grossi e con diverse escrescenze. Può far paura per le sue dimensioni, ma in realtà è specie veramente poco urticante.

Altra specie di buone dimensioni che frequenta le nostre acque è la Cassiopea (Cotylorhiza tubercolata) che arriva a 35 cm di diametro ed ha tentacoli molto particolari. Essi, sempre otto, sono corti e a grappolo, ma hanno a loro volta escrescenze e altri piccoli tentacoli che finiscono con dei dischetti bianchi e rosso-viola. Non deve fare paura, perché non è urticante.

Chi invece ci spaventa, e questa volta a ragione è la famigerata Pelagia noctiluca, la medusa luminosa. Tutti noi l’abbiamo vista almeno una volta e molti l’hanno anche “sperimentata” sulla propria pelle. Infatti pur essendo piccola, difficilmente supera gli 8-10 cm di diametro, è urticante, provocando dolore “scottature” con il contatto dei suoi tentacoli che sono davvero molto lunghi (fino a 25 cm) e che le servono per catturare le sue prede, anche piccoli pesci. Ha aspetto gelatinoso e trasparente ed è di colore rosa. E’ la responsabile di apparizioni di massa, infatti quando si verificano condizioni favorevoli sia climatiche che ambientali, si moltiplica in grandi numeri. Le correnti poi tendono a concentrarle in baie o vicino alle rive, con grande disappunto dei bagnanti. Periodi intensi di presenza di Pelagia noctiluca in alto Adriatico sono stati ad esempio dal 1977 al 1986 e anche recentemente dal 2004 al 2006.

A volte può essere confusa con una specie molto diversa, arrivata nelle acque Adriatiche da pochi anni: la Carybdea marsupialis, che è bianca ed ha solo quattro tentacoli. Compare tutti gli anni sulle coste di Emilia-Romagna e Marche, ha dimensioni simili alla medusa luminosa ma è meno urticante. Non lascia segni e il bruciore passa in 30 minuti. Pare che il suo veleno si possa inattivare con… l’aceto.

Non c’è dubbio che pensando alle meduse pensiamo soprattutto agli inconvenienti che esse portano, eppure hanno un ciclo di vita incredibile che attraversa diverse fasi e mutamenti e sono organismi semplici ma davvero interessanti.

Marco Affronte