Altezza delle Alpi: la stessa, nel corso di 15 milioni di anni

Scritto da:
Leonardo Debbia
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Tracce di precipitazioni nelle Alpi centrali vecchie di almeno 15 milioni di anni rivelano l’antica altezza della catena montuosa.

Le Alpi centrali svizzere hanno mantenuto l’altezza delle loro cime su valori pressoché invariati per un lungo lasso di tempo. Da un recente studio si apprende infatti che 15 milioni di anni fa la catena montuosa aveva un’altezza media molto simile a quella attuale.
I ricercatori del Biodiversity and Climate Research Centre (Bik-F) dell’Università Goethe di Francoforte assieme ai ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo hanno confrontato i rapporti isotopici dell’ossigeno nelle acque e nelle rocce delle Alpi e della Regione prealpina, riuscendo a determinare l’altezza delle vette nel passato.
Lo studio è stato pubblicato su Earth and Planetary Science Letters. E’ interessante notare che la storia della topografia delle Alpi, che è sicuramente la catena montuosa più studiata al mondo, è praticamente sconosciuta. Dal nuovo studio si potrebbe apprendere molto, dal momento che viene dimostrato che la topografia odierna delle Alpi centrali, così come le vediamo oggi, risale attorno ai 15 milioni di anni fa. A quel tempo le vette più alte dell’attuale regione svizzera erano comprese tra i 2.850 e i 3.350 metri di altezza. Da questi valori si desume che la catena montuosa aveva quindi un’altezza media di poco superiore all’attuale.

 “Questa osservazione giustifica l’affermazione secondo cui la maggior parte della topografia alpina è stata modellata oltre 15 milioni di anni fa, quando l’Europa si scontrò con l’Africa ed i valori di accrescimento delle cime, in concomitanza con il sollevamento tettonico di parte della regione, compensavano la contemporanea azione erosiva cui queste erano sottoposte”, spiega Marion Campani, l’autore principale dello studio.
Si può ben dire, dunque, che per 15 milioni di anni le Alpi hanno anche influenzato le precipitazioni e il clima nel Sud Europa.
Le alte catene montuose costituiscono infatti una barriera naturale per le masse di aria umida, diventando un fattore decisivo per il clima su entrambi i versanti della catena. I nuovi studi hanno ispirato quindi modelli più precisi sulla tipologia delle precipitazioni nel Sud Europa e nell’Eurasia e, indirettamente, anche sulle implicazioni che ne derivavano per lo sviluppo di interi ecosistemi nel Mediterraneo. Tenendo conto della loro funzione di ostacolo naturale, la stessa considerazione va fatta ovviamente anche per i percorsi inversi delle masse d’aria che affluiscono dall’Atlantico verso l’Europa Centrale e l’Eurasia. Come per l’area mediterranea, negli ultimi 15 milioni di anni la presenza delle Alpi ha quindi condizionato anche il clima del Centro Europa.

  Ma qual era, in quei tempi lontani, l’altezza media della catena montuosa?

 L’altezza delle montagne nel corso della loro storia può essere ricostruita per mezzo degli isotopi dell’ossigeno, allorchè questo elemento si possa rinvenire. Qualora se ne siano conservate tracce nelle rocce, si possono così ricostruire le informazioni memorizzate sulle precipitazioni nel corso dei milioni di anni trascorsi. Il procedimento è attendibile perché l’ossigeno si presenta sotto forma di isotopi, atomi con un diverso peso atomico, nonché in diversa percentuale in funzione dell’altezza. Già nel 2006 i geologi dell’Università di Rochester avevano studiato il comportamento dei carbonati in soluzione acquosa. Il loro contenuto in ossigeno-18, un isotopo dell’ossigeno, è in equilibrio con l’acqua piovana. Sapendo che la percentuale di ossigeno-18 nelle nubi e nella pioggia diminuisce con l’altitudine, dalla misurazione della sua quantità è possibile risalire alla quota di formazione dei carbonati.

Nelle precipitazioni la proporzione degli isotopi pesanti dell’ossigeno diminuisce con l’aumento della quota del luogo dove è avvenuta la precipitazione. Così il rapporto tra gli isotopi pesanti e gli isotopi leggeri nell’antica acqua piovana ci dice qual era l’altitudine dell’area interessata dalle precipitazioni in un determinato periodo di tempo.
Con questo nuovo approccio i ricercatori hanno confrontato per la prima volta le precipitazioni sulla Regione prealpina (che a quel tempo era circa al livello del mare) con le precipitazioni che avvenivano sulle aree montuose delle Alpi.
In questo modo sono stati in grado di determinare la relativa differenza in altezza delle montagne rispetto alle pianure e verificare che le quote di 15 milioni di anni fa erano più o meno simili alle attuali.

       Leonardo Debbia